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08 luglio 2024

Vittorio Veneto

Luisa Camatta e il collezionista di locandine

La fotogenica candidata di Rete Civica, a urne chiuse, ha ancora il suo appeal. Elettorale

| Michele Bastanzetti |

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| Michele Bastanzetti |

luisa camatta

VITTORIO VENETO - Una delle sorprese della campagna elettorale che dopo 158 anni di dominio maschile ha portato alla elezione della prima donna sindaca di Vittorio Veneto è stata la singolare discesa in campo, a neanche due mesi dalle votazioni, della candidata Luisa Camatta. Questa tempistica non è dipesa da una sua reiterata titubanza ma dal fatto che la Lista che l’ha presentata è riuscita ad identificarla come aspirante sindaca solo a poche settimane dal voto.

 

La Camatta si è schierata con l’unico sostegno di Rete Civica rifiutando l’ingresso in una delle tre coalizioni per coerenza al principio di essere completamente svincolata dai partiti. Trasversale ad essi, aperta al contributo di tutti ma totalmente indipendente. Scelta coraggiosa. L’idea di fondo era di rappresentare qualcosa di tanto nuovo che potesse attrarre anche ed almeno una parte dei vittoriesi che poi non sono andati a votare e che risulteranno ben il 60% del totale.

 

Purtroppo la disaffezione verso la politica ed i partiti in genere è così radicata che solo un grande choc pare ormai in grado di sconfiggere questo decorso degenerativo della democrazia. Nonostante la partenza in ritardo; l’ìmpari confronto con candidati supportati da 3-4-5 liste; la smaccata differenza di disponibilità finanziaria (è proprio leale una competizione in cui pesa chi ha più soldi da investirvi?) la Camatta si è battuta benissimo raccogliendo un dignitoso 4,18% di consensi. I quali, pur avvalendosi della libertà di voto, si sarebbero poi prevalentemente orientati, al ballottaggio, verso la Balliana.

 

Devono essere stati questo spirito libero ed indomito della candidata e del suo gruppo; un programma completo e dettagliato; uno stile originale con l’accattivante slogan e fors’anche una certa fotogenicità della nostra ad indurre un signore (nome e cognome in chiaro) a scrivere ieri alla Camatta presentandosi come “appassionato e collezionista di cimeli delle campagne elettorali del Veneto” e chiedendole copia del manifesto, vedi foto, per “utilizzo ovviamente privato”.

 

Non sappiamo se la dott.ssa Camatta esaudirà il desiderio di questo sconosciuto; dovendo, immaginiamo, considerare un margine di prudenza. Ma giova secondo noi sottolineare lo slogan che personalizza il manifesto stesso: Liberiamo la bellezza della nostra città. Potrebbe benissimo essere fatto proprio anche dalla neosindaca Mirella Balliana, non credo ci siano incompatibilità di copyright.

 


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Michele Bastanzetti

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