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20 aprile 2024

Castelfranco

LUNGODEGENZA PASSA NEL MONOBLOCCO

Ultimi trasferimenti per completare il nuovo ospedale di Castelfranco

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LUNGODEGENZA PASSA NEL MONOBLOCCO

Castelfranco – Ora manca solo Fisiokinesiterapia. Quando anche questo reparto (con piscina) sarà trasferito nel Monoblocco, i trasferimenti nel nuovo ospedale di Castelfranco saranno completamente conclusi. Accadrà entro marzo.

Nei giorni scorsi, intanto, sono state trasferite l’Unità operativa di Lungodegenza Riabilitativa e la Medicina Fisica Riabilitativa. Si sono spostate dal padiglione sopra la vecchia portineria dell’ospedale al secondo piano del monoblocco.

“Grazie alla nuova posizione la Lungodegenza si qualifica dal punto di vista assistenziale, migliorando lo standard alberghiero e acquisendo i vantaggi della prossimità a molti servizi sanitari – spiega il primario Alessandro Attanasio -. Trovandoci ora vicini a tutte le altre unità operative si ha un più facile accesso ai servizi, quali Radiologia e Laboratorio, ma soprattutto una maggiore sicurezza nella gestione delle emergenze sanitarie e delle consulenze specialistiche. Fino a ieri la lontananza dagli altri reparti, per esempio, ci costringeva a lunghi percorsi verso le diagnostiche, con perdita di tempo prezioso del personale di assistenza. Oggi il tempo risparmiato può essere impiegato dagli operatori per una maggiore presenza accanto ai pazienti”.

I degenti ora possono godere di stanze con uno o due posti letto con bagno proprio e di una luminosa piccola palestra di reparto.

Le attività di ricovero di Lungodegenza si collegano con un evoluto sistema di assistenza domiciliare presente nell’Usl 8 fin dal 1986, comprendente anche, dal 1993, l’ospedalizzazione domiciliare che permette l’assistenza dei malati più gravi in casa propria, con benefici sia dal punto di vista economico che dell’umanizzazione delle cure.

La reperibilità medica e infermieristica e la disponibilità di un posto letto per le urgenze presso l’unità operativa di Lungodegenza garantiscono la continuità assistenziale a questi malati seguiti a casa. A distanza di oltre vent’anni, questo modello rappresenta ormai prassi consolidata nella cura degli anziani e dei pazienti cronici.

 


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