Manoel Maronese di Oderzo premiato a Roma per un poemetto in latino sul Covid
Il professore, tra i più giovani latinisti in Italia, si aggiudica il “Certamen Capitolinum”: la premiazione in Campidoglio dal sindaco Gualtieri
TREVISO - Sul podio c’era già salito giusto un anno fa ma stavolta la LXXIII edizione del “Certamen Capitolinum” l’ha vinta lui, il professor Manoel Maronese, insegnante di lettere classiche, dottore di ricerca e uno dei più giovani latinisti in Italia. Nel Natale 2775 di Roma, il 21 aprile scorso, in Campidoglio e dalle mani del sindaco della Capitale, Gualtieri, ha ricevuto il "Praemium Urbis", ossia Il più prestigioso dei riconoscimenti per studiosi e cultori della lingua latina, un certamen di composizione in prosa e poesia latina.
Nel suo poemetto epico-didascalico di 412 esametri dal titolo "De coronaviridarum morbo didascalicum carmen" ha raccontato la storia del Covid e della pandemia degli ultimi due anni: seguendo i modelli del "De rerum natura" di Lucrezio e delle "Georgiche" di Virgilio, ha saputo trattare un argomento tecnico-scientifico non certo dei più facili, rivestendolo di una lexis classicheggiante.
Parlare del Covid in latino: una impresa mica da poco. Come si è mosso, tra presente (degli accadimenti) e passato (della lingua classica)?
Assieme alle diverse teorie circa l'origine (le cosiddette "causae primae" lucreziane) e la diffusione del virus, ho ripercorso e affrontato anche i drammatici risvolti sociali, economici e umani che la pandemia ha portato con sé, non da ultimo quello delle massicce e violente chiusure di attività economiche e scuole.
Ci ha infilato anche la scienza...
Dal punto di vista scientifico, sempre rifacendomi ai modelli classici delle descrizioni di malattie come la peste narrata da Lucrezio o da Virgilio, ho trattato aspetti quali i sintomi del morbo, le misure per prevenire il contagio e le possibili cure, riuscendo persino a parlare dei tamponi attraverso la dizione esametrica.
Senza andare però troppo sul tecnico però
Qua e là, per non appesantire troppo il tutto, ho anche disseminato qualche arguta allusione mitologica: per esempio, quando parlavo della possibile origine del virus dai pipistrelli, ho inserito il racconto delle figlie del re Minia trasformate in pipistrelli da Dioniso.
Immaginiamo l’emozione, per un latinista come lei, ritirare in Campidoglio un riconoscimento così prestigioso. Cosa ha detto quando l’hanno premiata?
Inutile dire che è stata un'emozione unica e indimenticabile, quasi indescrivibile, che porterò sempre dentro di me. Il 21 aprile, un giorno così importante per la città eterna, ho tenuto un breve discorso citando Rutilio Namaziano, il quale ha definito Roma "pulcherrima regina mundi", proponendosi di cantarla e celebrarla finché i fati glielo avrebbero concesso.
Cosa le ha consegnato il sindaco Roberto Gualtieri?
A ricordo di questa vittoria, assieme alla pergamena e a un premio in solido, mi è stata consegnata una bellissima riproduzione in argento della Lupa Capitolina poggiante su una base che reca, in latino, il mio nome e la data della gara. Inutile dire che è stata un'emozione unica e indimenticabile, quasi indescrivibile, che porterò sempre dentro di me.