MASER – La decisione di quale istituto superiore frequentare è probabilmente la scelta più impegnativa che si può trovare di fronte un quattordicenne, indirizzandone il suo futuro lavorativo e professionale. Per tale motivo è necessario avere piena consapevolezza dell’offerta didattica dei vari istituti scolastici, ma anche delle richieste provenienti dal mondo del lavoro.

Per aiutare i giovani e le loro famiglie in questa scelta, sabato 21 e domenica 22 si terrà la prima “Fiera dell’orientamento scolastico”. Presso il Palamaser di via Motte 22, gli studenti delle medie e i loro genitori avranno la possibilità di incontrare le scuole superiori e gli enti di formazione dell’asolano, bassanese, castellana e montebellunese.Agli stand delle scuole superiori si aggiunge quello delle Associazioni di Categoria, che si presentano per illustrare le proprie attività, così come gli artigiani e gli imprenditori del territorio, a rappresentanza di alcune delle professioni più ricercate.

L’evento, ad ingresso libero e gratuito, è organizzato dai Comuni asolani e vuole essere un'opportunità per i ragazzi che intendono approfondire l'importante scelta della scuola superiore e della professione che li appassiona. Durante le due giornate, sul palco allestito all’interno del Palamaser si alterneranno interventi, tavole rotonde e spettacoli, rivolti ai diversi target, dagli studenti agli insegnanti fino ai genitori. Sarà inoltre per i ragazzi, vincere uno dei 6 smartphone messi in palio dagli organizzatori.

L’obiettivo della manifestazione è quello di rendere consapevoli le famiglie dell’importanza dell’orientamento scolastico, spesso sottovalutato dai genitori, quanto dai loro figli. Questa disattenzione verso l’istruzione superiore comporta un alto tasso di abbandono e di bocciature nei primi due anni di scuola superiore, con un aumento di giovani neet (Not in Education, Employment or Training), più esposti al rischio di devianza.

Un corretto orientamento è fondamentale anche per le aziende, sempre più in difficoltà a reperire lavoratori specializzati, limitandone il proprio sviluppo economico, con ricadute sull’intera società. Si vuole dunque operare un’inversione della tendenza, che vede uno scollamento tra il mondo scolastico e quello lavorativo aumentato nel corso degli ultimi 10 anni ed ora “esploso” con la pandemia di Covid 19.