Liceo classico, la scuola più antica e più nuova che ci sia
Tavola rotonda al "Canova" di Treviso con illustri ex allievi di questo percorso di studi: "Una marcia in più, per la professione e nella vita"
| Tommaso Colla |
TREVISO - Tutto tranne che una scuola in contro tendenza, desueta, superata: è al liceo classico che si impara a stare al mondo di oggi. A “testimoniarlo” l’altra sera nell’aula magna del più rinomato e antico liceo della provincia, il “Canova” di Treviso, in occasione della “Notte del classico”, studenti che quel percorso di studi hanno frequentato e del calibro di Massimo Franco, editorialista del “Corriere della Sera” e saggista; il prof. Giorgio De Toma, ordinario di chirurgia all’università “La Sapienza” di Roma; Leopoldo Destro, presidente degli industriali di Treviso e Padova; Anna Comacchio, docente alla facoltà di economia dell’università “Ca’ Foscari” di Venezia. Invitati dalla dirigente del “Canova”, la prof.ssa Mariarita Ventura, hanno animato una tavola rotonda ricca di spunti e di analisi del mondo del lavoro e delle prospettive professionali che attendono gli studenti che inizieranno a breve o stanno già frequentando la scuola superiore.
Gli anni del liceo classico raccontati e conditi di aneddoti dai “testimonial” sono stati quelli di una formazione che ha permesso anche a loro di acquisire quella marcia in più che fa la differenza poi nel mondo della professione e prima ancora in quello degli studi universitari, spesso di natura diversa dall’indirizzo umanistico. Di certo la flessibilità, l’elasticità mentale, la precisione e la rigorosità, l’attitudine argomentativa e la coerenza logica sono state messe tutte nello zaino durante gli anni del liceo classico.
Leopoldo Destro ha attinto allo sport una metafora: “Saper correre è alla base di ogni disciplina sportiva”. E il liceo classico questo in pratica insegna: correre. Dall’iper specializzazione, inseguita a tutti i costi, ha invece messo in guardia il giornalista Massimo Franco considerando la rapidità dei mutamenti sul piano economico e sociale che richiederanno professionalità sempre diverse.
Dello stesso avviso i professori De Toma e Comacchio: la trasversalità delle competenze e la versatilità sono le richieste che continuano a essere richieste dal mercato e dalle aziende. “Abilità” che non si inventano in due e due quattro ma dopo ore mesi e anni alle prese con versioni di greco e latino, con lo studio della filosofia, della letteratura e storia dell’arte. Liceo classico: l’antico più nuovo che ci sia.