Mentre i politici si litigano i seggi elettorali la gente non ha nemmeno l’acqua per lavarsi le mutande
Le sconcertanti contraddizioni di un paese che merita certo di meglio
EDITORIALE – Le roventi scaramucce elettorali di questi giorni stanno mettendo sempre più in luce l’inadeguatezza di una classe politica che meriterebbe davvero l’estinzione, al pari delle farfalle monarca, dei lamantini e della moltitudine di altre creature (viceversa meravigliose) che a fronte della crisi climatica causata dall’uomo, stanno scomparendo.
Già, una crisi climatica che se non s’interverrà in temi rapidi farà del pianeta Terra un luogo inospitale per l’umanità. Senza scomodare illustri scienziati, basta vedere cosa sta succedendo nella nostra provincia in questi giorni, dove la siccità ha lasciato a secco i rubinetti di molti trevigiani, da Valdobbiadene a Loria, imponendo il razionamento in altre zone.
La cosa sarebbe ironica se non causasse immani disagi, già perché il Veneto è una regione che galleggia sull’acqua dolce e forse proprio per questo l’abbiamo data sempre per scontata. Così ad ogni campagna elettorale i candidati propongono opere faraoniche dimenticando che il 40% della risorsa idrica che passa per i nostri acquedotti va persa, per l’inefficienza delle condutture.
Il dato del 40% riguarda tristemente tutta l’Italia, forse una delle poche particolarità che ci unisce dalle Alpi al Mediterraneo. Certo nella Marca abbiamo ottime istituzioni che da anni lavorano per migliorare gli acquedotti, come nel caso di ATS, ma la sensazione è che talvolta stiano lottando contro i mulini a vento: come si fa a risanare una rete così vasta in temi rapidi, senza risorse immani?
Il PNRR - Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza poteva essere un’occasione d’oro in tal senso ma così non è stato. Già nella Marca, infatti, sono arrivati soldi anche per i campanili (sì proprio le torri campanarie) ma per l’acqua solo briciole! Emblema di un modo di amministrare la cosa pubblica che rasenta la schizofrenia.
D'altronde la siccità per buona parte della nostra classe politica, dal Veneto alla Sicilia, è solo un “fenomeno naturale” che può capitare. Beh, cari signori forse è ora di aprire gli occhi, nulla succede senza un motivo e se il clima fa le bizze sarà anche tempo che si ascoltino gli uomini di scienza che oramai hanno perso la voce a forza di dire che stiamo andando verso una situazione irreversibile, per cui, qualsiasi misura adotteremo non ci sarà più modo di tornare a come eravamo prima.
Per rispetto alla vittime della Marmolada glisserò sull’erosione dei nostri ghiacciai che ha raggiunto quota 50% sulle Alpi. Viceversa, mi pare opportuno concludere con un dato planetario, vista la recente notizia di quando sta succedendo in Groenlandia: quando tutto il ghiaccio della Groenlandia sarà sciolto i mari alzeranno il loro livello di 7 metri, con il conseguente esodo di 2miliardi e mezzo di persone che ora vivono sulle coste. Ma questo non è nulla, i cambiamenti climatici che ne deriveranno saranno tali da sancire un punto di non ritorno.
Beh, per le prossime elezioni politiche converrà leggere i programmi di tutti i partiti, scartando i negazionisti del clima e quanti non metteranno al primo posto la crisi ambientale in atto tra le emergenze da affrontare. Già perché tutto il resto sono bazzecole, rispetto a cosa ci attende se non ci diamo una svegliata!