Montebelluna dice addio al bagolaro di via Bergamo
Ieri le motoseghe hanno impietosamente abbattuto l’albero ultracentenario
MONTEBELLUNA – La città perde uno dei suoi monumenti verdi più iconici, il bagolaro di via Bergamo. Un giorno triste quello di ieri, per molti montebellunesi che nel gigante verde del giardino di casa Bergamo, vedevano un pezzo di storia della città oltre che un albero maestoso. Di prima mattina, giovedì 14 novembre, le motoseghe hanno abbattuto l’albero monumentale, ramo dopo ramo. Un intervento importante, che ha imposto anche la parziale chiusura di via Bergamo, del quale la pagina Facebook “Montebelluna per il bagolaro” ha fatto la cronaca, con tanto di foto che illustravano il progressivo abbattimento del bagolaro.
A ogni immagine un commento, tra i quali si legge: “Cominciano a sfrondare la chioma sul lato nord... Un pensiero... ma perché piantare un altro come me a tre metri? A parte che qui ci sono altri alberelli che, poveri, verranno magari sacrificati. Ma perché piantarlo, se tra vent'anni o anche meno lo riterrete un problema? È una compensazione sulla carta ma senza senso... Se avete deciso di fare qualcosa in mia memoria al Meve, piantatemi lì...”. Il tono è di grande rammarico perché proprio in questo spazio web si è seguita con puntualità tutta la vicenda del bagolaro: dalla dichiarazione di pericolosità, alla decisione di tagliarlo ma anche diffondendo le ragioni delle condizioni precarie dell’albero.
Il taglio dei contrafforti ne ha infatti minato la stabilità mentre pare quanto mai plausibile che, a decretarne definitivamente la precarietà, sia stato un non precisato intervento tossico, da qui la denuncia ai carabinieri da parte di un gruppo di cittadini per “l’avvelenamento” del bagolaro. Malinconico l’ultimo commento dal gruppo social “Montebelluna per il bagolaro”, postato dopo che le motoseghe si sono fermate: “Oggi c'era chi pesava il mio valore a quintali... Lo so, è una cosa che voi umani facevate alle sagre col porsèl di turno. Ma il mio valore era ben altro. Chi comprende, comprende. Chi non comprende, probabilmente non lo farà mai”.
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