Addio a Dario Fo
| Redazione |
Addio a Dario Fo. Il popolare attore, regista e drammaturgo milanese si è spento la notte scorsa all'ospedale Sacco di Milano. Aveva 90 anni. Nel 1997 era stato insignito del Premio Nobel per la Letteratura. La notizia della scomparsa di Fo, premio Nobel per la Letteratura nel 1997, è stata confermata all'AdnKronos dal personale sanitario dell'ospedale Sacco di Milano. L'attore era ricoverato da alcuni giorni per problemi respiratori.
Fo era stato attivo fino all'ultimo, il 20 settembre scorso aveva presentato a Milano il suo ultimo libro 'Darwin' dedicato al padre dell'evoluzionismo. Nato a Sangiano, in provincia di Varese, il 24 marzo del 1926, aveva una personalità poliedrica: è stato autore teatrale, scenografo, scrittore, attore, regista, fine illustratore, amava dipingere e ha portato avanti questa sua passione fino agli ultimi giorni. Dal 5 agosto al 15 settembre scorso a Cesenatico, suo rifugio creativo, nel Palazzo del Turismo aveva esposto dipinti, opere grafiche, bassorilievi, sculture e pupazzi creati dall'artista e accompagnati da testi collegati al suo ultimo libro 'Darwin'.
Fo è stato artista a tutto tondo. Il giullare di 'Mistero Buffo', forse la sua opera più importante, i testi teatrali (quasi un centinaio) se li scriveva, li recitava, li metteva in scena, produceva gli spettacoli, realizzava le scenografie e la regia. L'imponente produzione drammaturgica gli valse il Nobel, non senza polemiche, perché i rappresentanti della cultura italiana in quegli anni patrocinavano il poeta toscano Mario Luzi.
Eppure l'Accademia di Svezia scelse Fo "perché, seguendo la tradizione dei giullari medievali, dileggia il potere restituendo la dignità agli oppressi". Una motivazione forte per il giullare, figlio di Felice, capostazione, e Pina Rota, lontano dall'immaginare a cosa lo avrebbe portato la sua passione per gli affabulatori di paese, capaci di raccontare storie in maniera avvincente, fonti di ispirazione per le sue opere teatrali.
Dopo l'armistizio dell'8 settembre del '43, Fo si arruola volontario nell'esercito della neonata Repubblica di Salò. Successivamente ammetterà questa scelta, spiegando di averlo fatto come "italiano" e non come "fascista" per non essere deportato in Germania. Dopo la fine della guerra l'artista si sposta a Milano dove studia all'Accademia di Brera e dove inizia a lavorare come autore di testi satirici per la Rai. Nel 1954 sposa Franca Rame con la quale si trasferisce a Roma, dove nasce il figlio Jacopo e dove la coppia fonda la Compagnia Dario Fo-Franca Rame.