Tito, ucciso dai lupi
Il giovane capriolo domestico della Tenuta Belvedere è stato attaccato dai lupi o dagli sciacalli
| Emanuela Da Ros |
CONEGLIANO - Era un po’ il Bambi “di casa nostra”. Tito, il capriolo domestico di Sonia Saro e Claudio Da Ros, da oggi è solo il protagonista di una storia senza lieto fine. Un lupo, o uno sciacallo dorato, ieri si è accanito contro il giovane capriolo dal fiocco rosso smembrando il suo corpo.
Qualche settimana fa, su OggiTreviso, avevamo raccontato la sua storia.
Il piccolo capriolo, che forse aveva smarrito la mamma, aveva trovato rifugio presso la tenuta Belvedere, a Conegliano. Ferito, impaurito, si era spontaneamente affidato alle cure di Sonia, che lo aveva allattato con un biberon dopo aver capito che il piccolo avrebbe preferito stabilirsi lì, in un’area protetta. Col tempo, il capriolo a cui Sonia aveva dato il nome di Tito, era cresciuto e si era affezionato ai due titolari della tenuta Belvedere come un animale domestico. Era libero di correre tra i venti ettari di verde, ma appena sentiva la presenza di Sonia o Claudio si avvicinava a loro e si faceva accarezzare. Sonia gli aveva messo al collo un fiocco rosso per renderlo visibile nel caso si fosse allontanato troppo, per proteggerlo. Quel fiocco ieri era a terra, vicino ai resti dell’animale.
La favola di Tito è durata solo otto mesi. “Nella tenuta Belvedere - spiega Massimiliano Saro, fratello di Sonia - i caprioli sono una ventina. Sono consapevoli della presenza degli uomini, ma si mostrano volentieri, senza però avvicinarsi troppo. L’unico che cercava costantemente la compagnia e le carezze dei proprietari era Tito. E purtroppo è toccato proprio a lui diventare preda degli attacchi sempre più frequenti di lupi e di sciacalli.”
Massimiliano Saro, presidente Federcaccia di Sarmede, ribadisce ancora una volta che la presenza di lupi e di sciacalli nelle nostre zone collinari sta diventando sempre più massiccia, senza che nessuno finora sia intervenuto né a monitorare la situazione né a sviluppare un piano di salvaguardia delle specie autoctone, né progetti di messa in sicurezza del territorio.
“Non passa giorno - aggiunge Saro - che le fattorie siano violate da lupi o sciacalli: le scorrerie e le predazioni vicine ai luoghi abitati si fanno sempre più frequenti, ma di fronte a questo fenomeno preoccupante non è stata avviata alcuna iniziativa. Sarebbe indispensabile anche fare un censimento sui lupi che si muovono nelle nostre aree per capirne la gestione e la convivenza con gli animali da allevamento. E non dimentichiamoci che i lupi si muovono in branco e che possono attaccare, non per fame ma per autodifesa. Una sera dall’altana che ho a Fregona ho contato ben 56 lupi…un dato che ha sorpreso anche me.”
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