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20 aprile 2024

Vittorio Veneto

MUSICA, MAESTRO ELVIS!

Anche la lirica va a scuola. Elementare, no? A lei il vocalizzo, maestro!

| Emanuela Da Ros |

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| Emanuela Da Ros |

MUSICA, MAESTRO ELVIS!

di Emanuela Da Ros

Quando faceva la quarta elementare, e già dimostrava un vivido talento canoro, il parroco di Santa Giustina, quartiere settentrionale di Vittorio Veneto, gli aveva proposto di cantare da solista, nella messa di mezzanotte (era la vigilia di Natale), Guten Abend, gute Nacht, ossia la ninna nanna più famosa di Brahms.
Lui, che la musica ce l’aveva persino nel nome (mamma Dora Botteon mica l’ha chiamato Elvis per caso),  pensava che quella sarebbe stata la sua grande occasione. La vigilia di Natale però si svegliò con la febbre a 39. “Un sintomo – racconta lui stesso – che ho ignorato: quando mi sarebbe ricapitato nella vita, pensavo allora, di cantare Brahms con l’accompagnamento di un violino? Un violino, per il bimbo che ero allora, rappresentava tutta la musica del mondo e io sognavo di farne parte…”
A riferire quest’episodio bellissimo della sua infanzia è Elvis Fanon, tenore (“chiaro”, per essere precisi) che vive a San Floriano, ha 27 anni, e oggi si esibisce con orchestre d’archi di fama europea come quella di Valmontone, tanto per citarne una.
Elvis Fanton, foulard o sciarpetta al collo (sa che la voce  - insieme al talento - è il gioiello più prezioso che possiede), è appena tornato da Bergamo dove, nel prestigioso teatro Donizetti, è stato il protagonista osannato di “Nemorino, tenore e burattino”. La prima commedia musicale italiana (scritta da Daniele Cortesi e Francesco Bellotto e musicata da Eddy Serafini) a vedere uniti il teatro di figura e la lirica; un assaggio della commedia dell’arte e un gustoso spuntino d’opera.
A Bergamo, dove si era esibito altre volte in passato, Elvis Fanton ha avuto una parte anche nella tragedia lirica “Marin Faliero”, messa in scena sotto l’alto patrocinio del Presidente della Repubblica. E, prima di Bergamo, era stato a Rovereto, al Festival internazionale mozartiano, e a Trento, dove insieme a altri due solisti ha partecipato al X Concorso internazionale per direttori d’orchestra.
Guardare il tenore Elvis Fanton oggi e pensare a quel bimbo che, sfidando la febbre, cantava la ninna nanna di Brahms fa bene al cuore. E (personalmente) mi rende orgogliosa. Per una scala ascensionale di ragioni: perché conosco Elvis da almeno dieci anni; conosco l’impegno che ha investito nel suo percorso formativo, conosco la sua onestà e osservandolo oggi, mi rendo conto che  il jingle più gettonato d’America “yes, we can”, vale anche per lui.


Elvis, quando hai scoperto la musica?
Credo di averla nel dna. Mia nonna Lidia De Nardi, Ciareta, come la chiamano a San Floriano, quando mi sente cantare dice: “Quel tosat l’ha cipà da mi”. E anche mamma Dora ha sempre avuto talento.
E come mai hai scelto la lirica?
A 16 anni sentivo che la passione per la musica cresceva dentro di me. Che voleva uscire, affemarsi nella sua dimensione più alta, che è – appunto – la lirica. Sentivo di voler coltivare la mia inclinazione e di aver bisogno di saperne di più sulla musica. Molto di più.
Che passi hai compiuto?
Per un anno ho preso lezioni private di canto con la maestra Mariagrazia Biancolin di Oderzo. Poi mi sono sottoposto a un esame attitudinale al Conservatorio di Venezia. Che è andato bene.
Nel 2006 infatti, Elvis Fanton si è diplomato Maestro di canto lirico. E da allora la sua carriera ha preso il volo. Ha cantato a Venezia, al Malibran, al teatro Goldoni, al Piccolo Arsenale; a Roma, chiamato da Ugo Gregoretti che l’aveva conosciuto a Bergamo; a Verona per il papa Benedetto XVI…e in molti altri teatri.
E a Vittorio Veneto?
Ho avuto una particina, nel 2002, nel Così fan tutte rappresentato al Da Ponte. Certo: cantare nella mia città resta una meta, un sogno ancora da realizzare. Ma, per ora, ne ho un altro che si è tradotto in realtà.
Quale?
Insegnare ai bambini la lirica. Avvicinarli all’opera. Prima dell’estate, ho presentato al comune un progetto, per il quale ho ottenuto la collaborazione della Fenice di Venezia. Ma ho trovato presso l’amministrazione ostacoli o, peggio, indifferenza. Pensa che il sindaco, tramite la sua segretaria, ha continuato a ripetermi che “non era disponibile a un incontro”. Io telefonavo per un appuntamento ma, come un disco rotto, mi si rispondeva che non vi era da parte di Scottà nessuna disponibilità a incontrarmi. E pensare in altre città, quando arrivo per un’esibizione, mi allargano le braccia…
Ti sei arreso?
Ho cercato la collaborazione dell’assessore Caldart che, dopo alcuni scambi epistolari e telefonici, mi ha detto di essersi data molto da fare per il mio progetto, presso le scuole, ma di non aver avuto riscontri.
E quindi il tuo desiderio di portare la lirica agli scolari vittoriesi è sfumato…
No. Se una porta si chiude, anche se è quella del comune, altre se ne aprono. Il primo circolo didattico ha avallato in pieno la mia proposta (anche perché pur di promuoverla ho rinunciato alla metà del mio compenso) e da gennaio a maggio avvicinerò al piacere dell’opera 143 bambini del plesso Costella, con i quali ora sto preparando un’esibizione canora per Natale (che si svolgerà nel duomo di Serravalle, ndr).
E’ entusiasmante lavorare con i bambini. Prima di affrontare il progetto, ho fatto loro delle domande su Lorenzo da Ponte (che spesso resta un illustre sconosciuto…anche per gli adulti) e sull’opera lirica, che, nell’immaginario infantile, è tutto: persino qualcosa da lavorare con le mani…Alla fine del progetto i piccoli allievi mi seguiranno a Venezia dove parteciperanno da protagonisti alle prove generali di un’opera.
Da “grande”, Elvis, che vorresti fare? Il maestro lirico?
Non solo. Il mio sogno è calcare i palcoscenici da cantante solista. Come ho fatto Col Nemorino al Donizetti di Bergamo.
Un personaggio o un’aria che ti piace più di altri?
Credo di essere stato un credibile “Marchese della Conchiglia” nella Cecchina di Piccinni. Anche perché quando entro in un personaggio, non lo lascio nemmeno quando svesto i suoi panni-di-scena. Me lo porto appresso anche al bar…chiedendo brioche e cappuccino e lasciando esterrefatti gli avventori che sentono fare un’ordinazione con un timbro da tenore…
In confidenza: ti piace Vasco Rossi?
Uhm. No. Quando ero un ragazzino ascoltavo anche la musica leggera. Ma ora non ci riesco. La musica classica e la lirica sono così piacevolmente complesse, così ricche, che fanno sembrare le canzonette qualcosa di minuscolo. E’ un po’ come se tu desiderassi leggere dei versi di Dante, ma trovassi sulla pagina una filastrocca popolare. Magari è carina, ma non ti appaga.
Mi fai sentire un vocalizzo?
Ma certoooo!(vocalizzato)

 

In foto: Elvis, piccolo cantore e con Ugo Gregoretti

 


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