No ai profughi alla Gotti? Ecco la soluzione
Sel: "Aderire allo SPRAR è l’unico modo concreto per evitare l’apertura di altri Centri straordinari"
VITTORIO VENETO - Non si sa se la caserma Gotti sarà o meno adibita a centro di accoglienza per i richiedenti asilo. Certo è che un modo per impedire che questa ipotesi diventi realtà esiste: è lo Sprar. Se il Comune partecipasse al bando "Sistema di Protezione Richidenti Asilo", presentando un progetto di accoglienza entro il 15 gennaio 2016, a Vittorio Veneto non sorgerebbero altri grandi centri in cui i profughi vengono ammassati creando allarme sociale.
A spingere i Comuni del Vittoriese in questa direzione, oltre alla Rete di Cittadinanza Solidale che ha inviato una lettera ai primi cittadini, sono il circolo Sel di Vittorio Veneto, il circolo Gallo Rosso di Fregona e l'associazione Razzismo Stop. Sel invita il sindaco Roberto Tonon a "dar seguito nei fatti alle tante parole da lui pronunciate a favore della accoglienza diffusa dei rifugiati. La possibilità ce l’ha - riferisce Andriana Costantini, coordinatrice del circolo Sel vittoriese - anche se ancora per poco tempo. Il Comune di Vittorio può infatti aggregarsi al progetto SPRAR in fase di costruzione da parte del Comune di Treviso, che ha già coinvolto altri 9 Comuni del circondario e si appresta in questi giorni a dare il via a un percorso di co-progettazione partecipata di grande respiro. Aderire allo SPRAR è l’unico modo concreto per evitare l’apertura di altri Centri straordinari".
Sulla stessa posizione Pier Lorenzo Parrinello, che parla a nome del Gallo Rosso e di Razzismo Stop: "I grandi centri dove la Prefettura fino ad oggi ha ammassato i richiedenti asilo non permettono a questi di integrarsi. Mentre ci sono le strutture che mangiano fondi pubblici senza erogare i dovuti servizi, i richiedenti asilo non hanno alcuna possibilità di integrazione e inserimento sociale. E' importante che tutte le associazioni che operano sul territorio spingano il Comune a togliere terreno a chi specula sull'accoglienza. Lo Sprar, già realizzato con successo negli anni scorsi in altre provincie, come Venezia e Belluno, prevede che i comuni, da soli o consorziati tra loro, grazie alla collaborazione di cooperative e associazioni del territorio possano decidere come accogliere i richiedenti asilo, come destinare la risorse europee".
Alcuni sindaci del circondario hanno dichiarato di non avere strutture pubbliche a disposizione. "Consorziandosi - spiega Parrinello - ognuno mette a disposizione e risorse che ha: spazi, operatori qualificati, servizi. Possono modulare gli interventi in base alle proprie capacità, organizzarsi e mettere a sistema l'impegno di ciascun soggetto disponibile".
I comuni del vittoriese insomma potrebbero muoversi affinché la Prefettura non abbia più la possibilità di "scaricare" sul territorio comitive di profughi. "Siamo sconcertati - afferma Parrinello - dell'assoluta indifferenza dimostrata dall'Amministrazione vittoriese e dai comuni limitrofi che, pur essendo già a conoscenza della quota di richiedenti asilo che comunque saranno destinati a ciascun comune, non hanno ancora ritenuto necessario consorziarsi per un'accoglienza più efficace e meno impattante. Lasciando passare questo ultimo mese e mezzo per formalizzare il progetto stanno perdendo la possibilità di uscire progressivamente dall'emergenza. E dopo, la responsabilità dell'ammassamento di migranti in città sarà loro".
I sindaci del vittoriese hanno tempo fino al 15 gennaio per presentare un bando che permetterebbe loro di risparmiare, di gestire fondi europei in maniera autonoma e di impedire che caserme vuote e altre strutture si trasformino in grandi, ingestibili, centri per profughi.