DIAMO VOCE AL SILENZIO
27-11-2014 - Treviso
ROSSANA FANNY DUVALL | commenti
DIAMO VOCE AL SILENZIO
Ieri ho parlato con Roberto Bedetti persona fragile e forte allo stesso tempo ed è solo ascoltando la sua storia, che sono rimasta sconcertata per l'inadempienza con cui è stato trattato dopo aver perso la sua compagna dando alla luce una bimba.
"Non gli servono soldi, o meglio non è in cerca di quello. Ciò che gli serve è un lavoro in qualunque posto d'Italia che sarete in grado di offrirgli per poter dare alle sue bambine Rita di 1anno e mezzo Beatrice di sei e Vittoria di sette anni, la possibilità di vivere dignitosamente, perché loro sono la sua forza, il suo domani il monito per la vita, è se questo venisse a mancare non oso nemmeno immaginare.... ma non credo abbiate difficoltà a capire a cosa potrebbe andare incontro...
Ho deciso di scrivere la sua storia perché è ora di dire basta alle false promesse, alla speculazione eretta sul dolore, ai facili buonismi.
È tempo di fare qualcosa di concreto con chi davvero ha necessità di aiuto come Roberto e le sue bambine e perché qualcuno ascolti davvero per una volta il suo cuore, per fargli avere quel coraggio per continuare a vivere con serenità e pari dignità."
Una storia di disumana incomprensione da parte non solo delle autorità competenti alla quale si è rivolto per informarsi sull'accaduto a cui tutt'oggi non avuto ancora una risposta, o di quelli che si definivano amici e si sono defilati al suo grido d'aiuto, così come dei medici che hanno condotto il parto della sua compagna, in maniera anomala lasciandolo da solo con tre bambine piccole, Vittoria, Beatrice e Rita. Sì, perché a distanza di 15 mesi di coma vegetativo dal parto, Stefania, ha lasciato il suo corpo inerme per diventare un angelo. Questo è solo un piccolo sassolino che sto lanciando per aiutare questo papà che ha creduto fermamente nel valore della famiglia e del ruolo di padre con cui si è investito per assolvere al meglio quel compito pur rimasto da solo contro il mondo. Ha ceduto e soprattutto creduto, alla possibilità che raccontando la sua storia drammatica in televisione nel programma di Barbara D'Urso, la quale gli aveva prospettato un aiuto concreto attraverso la sua testimonianza di far chiarezza e di avere delle risposte. A creduto con questo gesto di riuscire a smuovere gli animi, trovando soltanto però un altro muro su cui erigere la sua amarezza, il suo conclamato dolore perché si rese conto che era solo un uomo la cui sofferenza in realtà era stata costruita sull'unico valore accessibile all'egoismo umano: fare audience, nell'avere un alto share di ascolti. Ed è così che per Roberto si rivelò solo un grande abbaglio, dove l'abbattimento totale dell'animo umano ancora una volta, aveva perso a discapito del clamore e di quel successo che assume proporzioni disumane, speculando su chi non ha più voce perché dilaniato nel profondo, reciso con l'inganno, disilluso nell'amor proprio, lasciandolo davvero a se stesso ... Chissà che non sia un piccolo passo per smuovere gli animi.
Nel mio piccolo ci provo e spero gli arrivi tutto il mio supporto così come le persone che si stringeranno a lui in questa battaglia d'amore.
È tempo di fare qualcosa di concreto con chi davvero ha necessità di aiuto come Roberto e le sue bambine e perché qualcuno ascolti davvero per una volta il suo cuore, per fargli avere quel coraggio per continuare a vivere con serenità e pari dignità.