COLPA DELLO SPRITZ
Le sbornie dei "boce" coneglianesi
di Valentina Da Ronch
Vasco Rossi urla: la colpa è dell’whisky. O magari del cabernet o dello spritz. Il fatto è che, leggendo un rapporto effettuato per conto della regione Veneto dal C.N.R. di Pisa (istituto di fisiologia clinica-sezione di epidemiologia e ricerca sui servizi sanitari), nella nostra regione c’è un aumento preoccupante del numero dei consumatori di bevande alcoliche (con tassi di prevalenza superiori a quelli nazionali), dei consumatori adolescenti di entrambi i sessi (con un picco esponenziale tra le ragazze), dei comportamenti a rischio (come consumare alcol fuori dei pasti) e delle sbornie. Inoltre diventa sempre più precoce l’età in cui si inizia a bere, e aumenta il numero di persone in carico ai servizi di alcologia delle strutture pubbliche.
Attorno agli 11-12 anni si inizia a bere il primo bicchiere (di solito vino), tra i 15 e i 16 anni si sperimentano bevande con gradazioni alcoliche superiori, e le prime ubriacature avvengono proprio intorno ai 15 anni.
Ma i dati ufficiali trovano riscontro nei bar e nei locali frequentati dai ragazzi? Io un piccolo giro di ricognizione ho voluto farlo. E sono entrata nei più gettonati pub del Coneglianese, nelle ore-di-punta: dalle ore 23 in poi…
Quando arrivo presso uno dei pub da ispezionare, lo trovo letteralmente strapieno! Ci sono vari tipi di ragazzi, la classica compagnia che si riunisce solo il weekend, come poi successivamente mi spiegano, e gli abituè, che non disdegnano i pub neanche durante la settimana: ragazzi sicuramente maggiorenni e visini che accrescono l’età con una riga di eyliner troppo marcata.
Entrare in questi locali risulta un impresa, da quanta gente c’è: ci sono tavoli riservati dove si festeggiano compleanni, dove si cantano canzoni con entusiasmo contagioso.
A un tavolo noto una compagnia affiatata che mi spiega che è la per festeggiare i 19 anni di un’amica. Così intervisto un ragazzo della “compa”: si chiama Marco, ha 17 anni, un bel viso incorniciato da capelli color oro e la faccia pulita.
Ti capita spesso di bere?
“Se bevo qualcosa lo faccio prevalentemente nei fine settimana quando sto con gli amici e raramente vado in balla anche perché l’alcol lo reggo troppo bene.
Ma non ti sei mai sbronzato?
Sono andato in “balla” la prima volta a 13 anni. Di sicuro sono maturato, però se è una ciocca ogni tanto…va bene, l’importante è che non diventi abitudine! Se dovessi uscire e ordinare una coca mentre gli altri prendono qualche cocktail di sicuro mi prenderebbero per il c*** .
Un amico di Marco mi spiega che i pub, i locali dove si bevono anche alcolici sono un punto di aggregazione fondamentale, e quando gli domando quanti anni ha e quanto ha bevuto abbozza un sorrisetto imbarazzato e cambia discorso.
Valentina, 18 anni, dice: “Alla fine qua si viene per incontrarsi e fare qualcosa, mancano le strutture per noi giovani e i politici proprio non se ne preoccupano; è bello sì venire qua; l’importante è che non si esageri a bere e soprattutto che quello che guida, in questo caso io!, non tocchi neanche un goccio di alcol e vegli sugli altri. Così si fa tra veri amici”.
Il giro continua. Una ragazzina sui 16 anni mi dice che con l’alcol tutto è più facile.
Tua mamma sa che bevi?
“Sì, mia mamma sa che esco a bere, ma è rimasta ancora al bicer de vin!”.
Altri due ragazzi della combriccola mi dicono che sono contenti che ci siano i controlli e che il limite di 0,5 è ok. Aggiungono “che in questo locale sono abbastanza onesti, nel senso che i gestori vendono sì l’alcol ma cercano anche di controllarne in un certo senso il consumo”.
Non è una contraddizione? Do da bere anche ai minorenni. Ma poi mi viene un rimorso di coscienza e gliene do poco.
Risposta netta: “Con la crisi che c’è in gito, il bicchiere in più te lo vendono senza problemi, se stai a guardare certe robe chiudono su tutto”.
O. ribatte: “Il massimo che possono fare i baristi è questo: se uno è ciocco non gli vendono più niente… ma prova te a capire se uno è ciocco!!! In caso, poi, il drink in più glielo prende un amico è così non è facile controllare. Il massimo che i baristi hanno fatto con me è portarmi dietro il locale a vomitare!”
Provo a intrufolarmi nel mezzo di un gruppo di amici (quasi tutti maschi) che vedo molto allegri. Due sono appena arrivati e dicono che qua è molto più tranquillo che da altre parti!! Non è niente in confronto alla disco! Lì la situazione degrada al massimo!!!!
Enrico mi dice che l’alcol serve a disinibirsi, che così di sicuro le ragazze le affronta con più sicurezza! “Però se in giro trovo ragazze completamente fuori non ne approfitto come fanno certi, mi farei schifo! Anche perché sono molto più disinibite adesso e con il loro modo di fare ci tolgono la nostra virilità”, ironizza. Quando comincio ad accennargli ai dati dell’alcolismo nel Veneto e dei ragazzini di 14-15 anni in dipendenza etilica, si fanno seri. L. dice: “ Non è giusto che escano e facciano i cretini così piccoli, io alla loro età giocavo ancora con Action Man!” Ridono, ma nei loro sorrisi comunque si intravede l’imbarazzo. Uno mi indica delle ragazze in lontananza: una indossa hot pants, tacchi vertiginosi e da come è vestita sembra abbia scambiato il locale per la spiaggia di Jesolo (anche se fa freddissimo). L’amica, invece, invece balla su un tavolino…”Chissà quanto hanno bevuto!”, ridono i ragazzi.
“Molti genitori fanno finta di essere ciechi, ma si capisce benissimo che non puoi lasciare andare per locali un ragazzino di 14 o 15 anni: è come consegnargli le chiavi del mondo” mi dice Andrea.
La serata ha dato i suoi frutti, ho trovato ragazzi disposti a sfogarsi. E, nella maggior parte degli intervistati, ho trovato una responsabilità che non pensavo di incontrare. I giovani hanno le idee ben chiare e non sono affatto sprovveduti. Molti tendono a sottolineare che “eventi come quello dell'Ombralonga" sono stati organizzati in malo modo e che di sicuro non è così che il problema degli incidenti stradali non si argina.
La notte è ancora giovane e di tutta l’erba non bisogna fare un fascio. Dietro un fenomeno come quello dell’alcolismo-minorenne sicuramente c’è un problema di relazioni, una perdita di fiducia, una voglia irrefrenabile di uscire da una realtà che delude costantemente. Ma il problema, io ho avuto quest’impressione, non riguarda che una minoranza di ragazzi.