Bestemmia in Consiglio comunale
Il leghista Rosset se la prende con la divinità
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Sono duri. E impuri, a quanto pare. I leghisti vittoriesi, e in particolare il consigliere comunale Mario Rosset, durante l'ultima seduta del consiglio sono scivolati (diciamo così) nel "reato" di blasfemia. A microfoni spenti, ma a seduta in corso, l'esponente del Carroccio ha bestemmiato. Una bestemmia avvertita sia dai banchi della maggioranza (che, a quanto pare, hanno fatto spallucce) sia da quelli della minoranza, che non hanno punto gradito.
Il fatto probabilmente passerà...inascoltato, anche se è bene ricordare che legislativamente la bestemmia andrebbe sanzionata con una multa da 50 a 300 euro.
«Chiunque – recita il comma primo del Decreto Legislativo n. 507 (1999, versione vigente) - pubblicamente bestemmia, con invettive o parole oltraggiose, contro la Divinità è punito con la sanzione amministrativa da lire centomila a seicentomila».
Altrove vengono precisati i “requisiti” della bestemmia:
* l’autore della bestemmia può essere chiunque, anche un ateo;
* si concretizza nella sua semplice attuazione, indipendentemente dalle reali intenzioni dell’autore;
* il fatto che sia diventata una consuetudine, o che lo sia in certi ambienti, è irrilevante;
* devono essere chiaramente individuate le parole profferite;
* deve avvenire in luogo pubblico o aperto al pubblico; non è illecito quindi bestemmiare nella propria abitazione;
* devono essere presenti almeno due persone;
* non rientrano nella fattispecie le rappresentazioni figurate, i gesti, gli atti offensivi.