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30 novembre 2024

Oderzo Motta

Erosione del Piave: «Momento drammatico»

Sopralluogo dei Cinque Stelle a Cimadolmo. Vidotto:«In 5 anni sono più di due milioni gli ettari coltivati andati persi»

| Gianandrea Rorato |

| Gianandrea Rorato |

Erosione del Piave: «Momento drammatico»

CIMADOLMO - Nei giorni scorsi, alcuni parlamentari del Movimento 5 Stelle ed il candidato presidente per la Regione Veneto Jacopo Berti, accompagnati dal candidato consigliere Daniele Vidotto, hanno effettuato un sopralluogo alle Grave del Piave, nei luoghi dove si è verificato, con particolare intensità nell’ultimo anno, il fenomeno dell’erosione delle rive.

 

 Durante il sopralluogo non si è mancato di affrontare il tema delle escavazioni di materiale ghiaia, pratica che i 5 stelle giudicano invasiva e contraria al loro punto di vista su come gestire l’emergenza e la salvaguardia del territorio.

 

In particolare Vidotto, il quale risiede a poca distanza dalla zona, ha detto: «Una volta entrati in consiglio regionale faremo tutto il necessario per far luce sulla reale necessità di questi interventi che riteniamo poco utili per affrontare l’emergenza; al contrario, sospettiamo che essi, seppur giustificati dal Genio Civile come interventi di ricalibrazione dell’alveo, siano addirittura dannosi.

 

Infatti, i vari scavi e canalizzazioni effettuati nel tempo hanno provocato in maniera evidente l’abbassamento del letto del fiume, influendo notevolmente sull’erosione delle rive;  inoltre, l’inclinazione che viene data al letto ne aumenta la velocità e ciò può creare problemi di esondazione più a valle, a Ponte di Piave (come già successo nel recente passato), dove l’alveo si restringe ad imbuto.

 

Siamo a un punto drammatico – prosegue Vidotto -  già all’ultima piena i danni sono stati ingenti: si è rischiato di perdere un ponte, e per l’ennesima volta sono scomparsi ettari di boschetti e coltivazioni, erosi dal fiume.

 

In 5 anni sono più di due milioni gli ettari coltivati andati persi. È necessario pianificare investimenti per proteggere le rive e gli argini con scogliere, perché, escludendo l’ultimo intervento in estrema urgenza per salvare il ponte a Cimadolmo, gli interventi precedenti pagati con i soldi dei contribuenti sono stati ridicoli, pali in legno e reti metalliche che sono stati spazzati via alla prima morbida».

 



Gianandrea Rorato

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