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29 novembre 2024

Treviso

Dalle monache di clausura di Treviso l’augurio di un Natale in cui tutti possano ritrovare se stessi

Le Visitandine di Treviso: "Le limitazioni di questo tempo come occasione per riscoprire l'essenziale"

| Roberto Grigoletto |

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| Roberto Grigoletto |

monastero di clausura le Visitandine di Treviso

TREVISO - Il monastero di clausura della Visitazione si trova alle porte del centro di Treviso. Meglio noto come “monastero delle Corti”, ospita le monache visitandine dal 1913. Fu il papa trevigiano Pio X (Giuseppe Sarto) a farle arrivare a Treviso, dove hanno portato la reliquia che si venera nella chiesa del monastero: il cuore di carne del fondatore dell’Ordine, San Francesco di Sales (patrono anche di noi giornalisti, n.d.r.).

Chiesa e foresteria sono assai frequentate da fedeli e amici del monastero. Molti arrivano - e più numerosi ancora quelli che ritornano - a chiedere alle claustrali preghiere, accompagnamento spirituale, discernimento. L’Avvento, tempo liturgico “forte” per la Chiesa, è vissuto intensamente nella meditazione del Mistero da parte della comunità monastica. Tuttavia quando abbiamo bussato le quattordici sorelle, di età compresa tra i 34 e gli 89 anni, si sono consultate. E la risposta non è mancata.

Tempo di Avvento: sono cambiate le vostre abitudini?
La nostra giornata inizia sempre col risveglio alle 5.30. Alle 6 l’ora di orazione, a cui segue la Santa Messa con le Lodi inserite. La giornata è scandita dalla preghiera con la liturgia delle ore e dal lavoro; comprende tempi di ricreazione tra sorelle e di formazione.

Sarà un Natale diverso quello di quest’anno, a causa della pandemia. Quali messaggi state ricevendo in questo periodo dall’esterno del monastero? Come dicono di sentirsi le persone che si rivolgono a voi?
Le persone ci raccontano di avere tanti problemi nelle proprie famiglie. Sono preoccupate perché spesso senza lavoro; arrabbiate anche perché non possono radunarsi. Ansiose e angosciate. Chiedono conforto e aiuto.

Paura e angoscia per l’epidemia?
Si, difatti ci chiedono preghiere per questo.

E voi monache di clausura come lo state vivendo questo tempo?
Siamo serene e agiamo con prudenza, attenendoci alle norme della Chiesa. Viviamo in spirito di preparazione al Natale, portando nel cuore le preoccupazioni e i bisogni dei nostri fratelli.

Limitazioni, chiusure, isolamento: i divieti della pandemia stanno facendo sperimentare a tutti qualcosa che un po’ assomiglia a ciò che voi claustrali avete scelto per vocazione e come sequela. Che cosa può  insegnare alle donne e agli uomini di oggi dover accettare di fare certe rinunce?


Le limitazioni di questo tempo possono essere occasione per riscoprire ciò che è essenziale per la propria vita. Ci preme affermare e sottolineare che noi abbiamo scelto la Persona di Gesù, che è Tutto, e la nostra vita monastica è una libera risposta alla Sua chiamata, perciò non viviamo né costrizione né isolamento.

Un Natale liberato dal consumismo - visto che non ci sarà la corsa ai regali e ai cenoni - potrà magari essere vissuto nel suo senso più proprio…
Ci sembra che questa condizione che le persone vivono, per alcuni, e specialmente per coloro hanno la fede, sarà un’opportunità per approfondire il senso più autentico del Natale e quello dei legami familiari. Riconosciamo però che anche l’esteriorità del Natale, quale il radunarsi e i festeggiamenti hanno un risvolto importante positivo sulle persone.

E per chi non crede?
Per qualche anima lontana dalla fede auspichiamo possa essere un tempo favorevole per rientrare in se stessa, per accrescere la fraternità e apprezzare più le persone che le cose. Per altri invece può essere, ed è, occasione di esasperazione.

Cosa augurate ai trevigiani per questo Natale? Soprattutto a chi, a causa dell’epidemia, sta vivendo fatiche e difficoltà.
Auguriamo loro che possano approfondire il significato autentico del Natale: la Persona stessa di Gesù Cristo, per trovare in Lui la Pace, l’abbandono e la fiducia. “Sollevate porte i vostri frontali”: aprite il cuore a Gesù! Aprite le vostre porte “interne”. Incoraggiatevi e sostenetevi gli uni gli altri. Alzatevi, sollevate il capo, perché la vostra liberazione è vicina! E’ Lui, è qui ed è vicino a voi. E’ con voi.

Dopo la prova del Covid potrà nascere l’uomo nuovo e una vita migliore nelle nostre comunità?
Le numerose testimonianze di solidarietà, di fraternità ci mostrano che è possibile. Questo dipende dalla libera risposta di ciascuno.

Buon Natale, Sorelle.
Buon Natale. Dio sia benedetto.

 


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Roberto Grigoletto

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