Gli studenti trevigiani il 7 gennaio andranno a scuola lo stesso
Manifesteranno nel capoluogo e a Venezia: "Non siamo noi la causa del contagio. La Regione, invece di tenere chiuso, faccia qualcosa per la scuola"
TREVISO - Il 7 gennaio a scuola ci andranno lo stesso. Anche se il Governo e Zaia non li vogliono. Non entreranno in aula ma si incontreranno sul portone di ingresso dei loro istituti per poi sfilare “striscionando” lungo le strade e le piazze del Capoluogo. Un flashmob, nè più nè meno. Ma tanto basta per scandire che non ne possono più di una didattica a distanza. Nel contempo un altro gruppo presidierà invece la sede della Regione, per dire al Governatore che basta è ora di finirla di punire sempre e soltanto la scuola.
Loro sono gli studenti medi della Rete. Ma accanto, giovedì prossimo, avranno anche altre associazioni, compresa quella degli insegnanti. “Non è la scuola il problema. Ce lo spiegate altrimenti perché in questi mesi di chiusura e di trasporti per nulla affollati di studenti, la curva dei contagi è salita così vertiginosamente? Cosa c’entriamo noi” – provoca Carlo Garzara, il responsabile della Rete. “Stracontari” -come dicono loro – alla riapertura a febbraio: “Dei burattini, ecco come ci sentiamo. Presi in giro. A tre giorni dalla riapertura, dopo al tavolo della Prefettura si era lavorato per trasporti e ingressi scaglionati, quelli “in alto” dalla sera alla mattina dicono che no, non si riapre; anzi è meglio se stiamo un altro mese a casa”.
Il Veneto però, oggettivamente, non se la sta passando troppo bene… “Vadano a cercare da un’altra parte le cause. E pensino seriamente a un piano per la ripresa della scuola in presenza. Per prima si metta a lavorarci l’assessore regionale all’istruzione, la cui unica preoccupazione è di farci fare più attività sportiva quando rientreremo. Dovrebbe pensare invece a creare degli sportelli di supporto psicologico per gli studenti: il colpo lo stiamo accusando, sia a livello personale e relazionale che sul piano formativo”. A Venezia il 7 gennaio studenti insieme a docenti chiederanno alla Giunta regionale di istituite finalmente quel tavolo che da mesi chiedono e contribuire a trovare le soluzioni che ancora mancano per tornare a scuola come si deve, alla scuola in presenza.