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26 dicembre 2024

Treviso

"Fusse che fusse la volta buona": domani ri-riaprono le scuole

Si ritorna in classe nel Veneto arancione. Tra speranze e timori. I dirigenti scolastici: "La ricostruzione di una dimensione scolastica comune deve spingerci a pensare una scuola diversa"

| Roberto Grigoletto |

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| Roberto Grigoletto |

Duca degli Abruzzi a Treviso

TREVISO - Parte domani – per la terza volta quest’anno – la scuola in presenza. Con il Veneto in fascia arancione, riapriranno i battenti le scuole dell’infanzia, la primaria, la scuola medie e (al 50%) licei e istituti superiori. Movimenti tellurici, fino alla fine di aprile, non dovrebbero registrarsene di ulteriori. “Fusse che fusse la volta buona” è quello che si auspicano tutti: gli alunni, che bramano di poter concludere “regolarmente” un anno scolastico, frustrati – negli apprendimenti e nell’umore – da uno “stop and go” che specialmente alle superiori ha costretto gli studenti a casa per la maggior parte del tempo.

Il ritorno definitivo se lo attendono anche le famiglie, molte delle quali già alle prese con problemi di lavoro e non soltanto di gestione dello smart working. Infine, ma non ultimi, gli insegnanti: maestre elementari hanno fatto di tutto e di più, nelle due settimane prima di Pasqua, con una DaD che fino ad allora aveva “graziato” i più piccoli. I docenti delle superiori invece sono già traguardati all’ormai prossimo esame di Stato, con l’esigenza di ottemperare alle ordinanze emanate dal nuovo ministro Patrizio Bianchi.

Il prof. Mario Dalle Carbonare è il preside del Liceo scientifico “Da Vinci” di Treviso. “La ripresa in presenza, dal 7 aprile, è certamente un passaggio importante ed un segnale incoraggiante per studenti ed insegnanti. Gli aspetti didattici, in un anno come questo, sono di certo rilevanti, ma ancora più lo sono quelli legati alla socialità ed alla possibilità di riprendere il contatto tra persone, di riappropriarsi di tempi e luoghi condivisi. La ricostruzione di una dimensione scolastica comune deve spingerci, nelle settimane e nei mesi a venire, a pensare una scuola diversa dalla 'normalità' del passato, una scuola che faccia esperienza e tesoro di quanto abbiamo vissuto e stiamo vivendo. La speranza è che questo rientro sia definitivo, seppure al 50%, e ci consenta di rimanere in presenza fino al termine delle lezioni”. Salvo imprevisti (e varianti) a cui questa pandemia con gli impazzimenti improvvisi delle curve epidemiologiche ci ha ormai abituati.

Dal “Duca degli Abruzzi” commenta la dirigente scolastica, la prof.ssa Antonia Piva: “La scuola ha ormai assunto i caratteri di complessità e flessibilità tipici delle grandi organizzazioni contemporanee e la gestione della pandemia ne è un esempio, con una risposta efficace a problemi che sarebbero parsi insormontabili. Come già da settembre, le nostre parole d'ordine sono sicurezza, collaborazione, concretezza. La continua rimodulazione non è solo un aspetto didattico, che è certo il più visibile, ma anche di gestione del personale: al duca complessivamente oltre duecento dipendenti tra docenti e non docenti. Non ci nascondiamo eventuali rischi in agguato, fintantoché la vaccinazione non sarà completata, ma vogliamo comunque mettere al centro un senso di speranza e tenacia”.

 


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Roberto Grigoletto

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