Storia di Fatima, licenziata dal ristorante perché "costava troppo"
La fascia dei trentenni è quella che fa più fatica a trovare una occupazione, malgrado i corsi di formazione e la disponibilità a ricollocarsi nel mercato del lavoro.
TREVISO - Fatima ha 31 anni, è originaria del Marocco ma vive in Italia dal 2005. Portata dal padre, immigrato per provare a dare un futuro migliore alla famiglia. Quando è arrivata nel nostro Paese Fatima aveva 15 anni e nessuna conoscenza della lingua italiana. Costumi differenti, tradizione e cultura sconosciute. Abitudini (ma anche amici e parenti) da dimenticare presto. Ricominciando tutto daccapo: l’istituto alberghiero e il lavoro, già dal secondo anno, come cameriera, per aiutare la famiglia e per mantenersi agli studi, anche con le stagioni, all’inizio come lavapiatti e poi in cucina. Appena diplomata la grande occasione l’ha soltanto potuta sfiorare: un posto al “Cipriani” di Londra, sfumato perché Fatima non poteva esibire la cittadinanza italiana. E allora si è dovuta arrangiare: call center e porta a porta, per vivere da sola una volta uscita di casa a ventiquattro anni. All’outlet di Noventa, dopo il terzo rinnovo del contratto semestrale, è rimasta come altri dipendenti senza impiego. Ancora lavori saltuari per anni che intanto sono trascorsi. Fatima è in disoccupazione da luglio 2020, da quando è stata licenziata - perché costava troppo - dal titolare del ristorante che l’aveva assunta a tempo indeterminato. Ora ha optato per una ricollocazione.
Perché ha scelto questo percorso Fatima?
Nel mondo della ristorazione solo in pochi possono arrivare ad avere un tempo indeterminato e quindi fai fatica a fare progetti. Lo si accetta perché c’è bisogno di lavorare. Ho quindi deciso di acquisire nuove competenze e imparare un altro lavoro, cambiando settore professionale.
E come si è rivelata finora la strada intrapresa?
Ho frequentato il corso di informatica per l’ufficio a novembre 2020. Poi ha cominciato a inviare curriculum rispondendo ad annunci per mansioni di segreteria ma non sono mai stata contattata. Ho frequentato anche il corso organizzato da una agenzia iterinale per il 730 ma pur portandolo a termine non ho ricevuto ancora alcuna proposta.
La strada intrapresa dunque non ha portato ai risultati attesi...
Purtroppo ancora no perché viene sempre richiesta un’esperienza di ufficio che effettivamente mi manca pur avendo ricoperto ruoli di coordinamento e organizzazione. In questo momento mi sembra che nessuno sia disponibile a offrirmi una possibilità.
Chi o cosa l'ha maggiormente aiutata?
Finora ha trovato utile la formazione: entrambi i corsi mi hanno permesso di apprendere competenze e ho incontrato delle belle persone. Anche l’orientamento, il percorso di affiancamento uno a uno previsto dal finanziamento “Assegno per il Lavoro”, è servito per capire come presentare il proprio curriculum e operare una ricerca più mirata delle opportunità lavorative. Ho capito meglio come funziona il mercato del lavoro, come la pensano i datori di lavoro.
Quali sono le aspettative delle aziende verso i dipendenti?
Il mondo della ristorazione pretende persone con esperienza ma mediamente gli stipendi sono bassi: non c’è una organizzazione stabile dell’ orario di lavoro, ti chiamano secondo necessità e con orari sempre diversi …. se non accetti tanto ci sono altri che sono disponibili. Personalmente devo però ammettere che se il mondo della ristorazione mi avesse offerto la possibilità di poter contare su una certa stabilità non mi sarei messa a cercare altro.
Il suo ideale di lavoro qual è, Fatima?
Un lavoro da svolgere non più di notte, impiegatizio se fosse possibile, disponibile anche a lavorare di sabato: lo accetterei di buon grado anche se lo stipendio fosse più basso.