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26 dicembre 2024

Treviso

Treviso, sempre meno nascite: un crollo lungo 12 anni

L'appello di Adriano Bordignon del Centro della famiglia ai neo sindaci: "Politiche per la famiglia in cima alle priorità con proposte operative"

| Isabella Loschi |

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| Isabella Loschi |

Treviso, sempre meno nascite: un crollo lungo 12 anni

TREVISO - L’ultimo report demografico pubblicato da Veneto Statistica parla chiaro. Nella nostra provincia e regione le nascite sono drammaticamente in calo dal 2008.

Un crollo continuo lungo 12 anni che nel 2020 ha registrato un nuovo record negativo: 920 nati in meno rispetto al 2019, pari a -2,7%. E il quadro statistico del 2021 sembra, purtroppo, confermare questa tendenza con i primi sette mesi del 2021 che registrano complessivamente 590 nati in meno. Numeri che, se proiettati alla fine dell’anno, lasciano prevedere una perdita di oltre 1.000 nuovi nati.

Serve un cambio di passo, proposte operative, non assistenziali, capaci di attivare il soggetto famiglia a svolgere nel migliore dei modi il proprio compito sociale, educativo ed economico.

Per questo Adriano Bordignon, direttore del Consultorio del Centro della Famiglia di Treviso e presidente del Forum delle Associazioni Familiari del Veneto, ha scritto a tutti i nuovi sindaci della Marca, invitandoli a mettere in cima alla loro lista delle priorità il tema della famiglia e della natalità. “A chi è stato eletto e in particolare ai sindaci rivolgiamo il nostro invito a cambiare i paradigmi operativi per trasformare le politiche familiari da “cenerentole” delle politiche sociali ad asset strategico e programmatico per il rinascimento sociale ed economico di un Paese che altrimenti sarà inevitabilmente destinato al declino”.

"Chiediamo un cambio di paradigma netto e deciso che metta la famiglia e la natalità al centro delle politiche locali di carattere economico, sociale, lavorativo ed abitativo. Chiediamo di attivare processi affinché la nascita di un bambino non sia la prima causa di povertà per la famiglia. Chiediamo che le donne non siano più nella grave condizione di ingiustizia di scegliere tra famiglia e carriera. Chiediamo servizi di welfare locale orientati alla famiglia e alla conciliazione dei tempi di lavoro con la vita familiare sviluppati in collaborazione con il mondo dell’impresa e del lavoro”.

 “Non basta più - continua Bordignon - che le amministrazioni locali ribadiscano a parole la centralità sociale della famiglia. La riconoscano invece e finalmente come bene pubblico mettendo in campo risorse umane ed economiche. Dall’attivazione del Fattore Famiglia Comunale alle politiche abitative per le giovani coppie, fino allo sviluppo di organizzazioni scolastiche e sportive più elastiche ed accessibili. Su questo il Centro della Famiglia ed il Forum delle Associazioni familiari sono a piena disposizione per offrire suggerimenti, buone prassi, collaborazione umana e associativa”.

 


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Isabella Loschi

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