Migranti, la scienziata Cattaneo: "Ue lavori per dare un nome ai cadaveri nel Mediterraneo"
La ricercatrice al Parlamento Europeo per richiamare l'Europa alle sue responsabilità nei confronti di migliaia di corpi senza nome: "40mila morti in mare, tanti non identificati"
ITALIA - "La migrazione è la più grande catastrofe umanitaria del nostro tempo. Dagli anni duemila, ci sono stati circa 40mila morti nel Mediterraneo e una parte consistente rimane tuttora senza identificazione". Con queste parole, la professoressa Cristina Cattaneo, una delle scienziate forensi più riconosciute a livello internazionale, docente di medicina legale e antropologia all'Università di Milano e componente del direttivo della Società Italiana di Medicina Legale e delle Assicurazioni (SIMLA), si è presentata al Parlamento Europeo per richiamare l'Europa alle sue responsabilità nei confronti di migliaia di corpi senza nome.
Ad oggi, dice Cattaneo, “non è stato attivato nessun sistema europeo di identificazione”. Parlando poi con l’AdnKronos, Cristina Cattaneo ricorda come “quando nel 2013 una famiglia eritrea ha provato a rintracciare ufficialmente il cadavere del proprio congiunto, le Autorità hanno risposto che si trattava di una missione impossibile”. “Ci sono famiglie - evidenzia ancora - che sono alla ricerca dei cadaveri dei propri cari e che hanno bisogno di un certificato di morte. Abbiamo analizzato le falle nell’attuale sistema e individuato le possibili soluzioni al problema. Si tratta di soluzioni che impiegano risorse governative già esistenti. È necessario enfatizzare che questo tipo di attività debba svolgersi sotto l’egida dei governi, poiché prevede lo scambio di informazioni tra Ministeri europei ed il rilascio di documenti amministrativi”. “Questi corpi - conclude Cattaneo - sono un onere la cui responsabilità è assolutamente nostra. Oggi sappiamo che possiamo ambire ad una soluzione ad ampio respiro utilizzando risorse governative già esistenti. Basta metterle efficacemente in pratica e creare specifici regolamenti e procedure. In ragione di tanto, noi chiediamo che l’Unione Europea riconosca e tuteli il diritto all’identificazione di tutti, compresi coloro i quali sono deceduti nel corso di una migrazione”.
(di Francesco Bianco)