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23 dicembre 2024

Treviso

BUONA DOMENICA Giù le mani... degli Alpini

All'Adunata di Rimini molestie verbali e fisiche: centinaia le denunce. Un'ombra pesante su uno dei sodalizi più amati d'Italia. Che ora ai suoi associati dovrebbe proporre corsi di educazione civica

| Roberto Grigoletto |

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| Roberto Grigoletto |

Adunata degli Alpini a Rimini e polemiche

TREVISO - “Giù le mani dagli alpini” - si sono affrettati a invocare in molti. Ma è meglio dire, dopo l’ultima adunata: “Giù le mani degli alpini”. Senza fare di tutta l’erba un fascio, non è stata una bella pagina, anzi è stata piuttosto brutta, quella vergata domenica a Rimini: donne (di nuovo, ancora una volta) molestate da uomini che credono di potere tutto, e magari con lo sconto perché - si sa - agli alpini si vuole bene (e siamo d’accordo).

E pertanto c'è chi sarebbe portato a credere che le “ragazzate” con le ragazze, all’insegna del cameratismo e sotto gli effetti dell’alcol, alla fine ci possano stare, siano passabili e perdonabili (e qui invece non c’è niente su cui essere d’accordo). Nel suo “Caffè” di giovedì, sul “Corriere della sera”, Massimo Gramellini l’ha spiegato al solito come meglio non si poteva: “Se, come a Rimini, fermi una sconosciuta per strada e le chiedi a che ora aprono le sue gambe, non la stai corteggiando, la stai molestando. Se, come a Torino, le tocchi il sedere mentre ti passa davanti, non la stai corteggiando, la stai molestando. Se, come a Torino, le dici: dai, non ti offendere e fai la carina con me, non la stai corteggiando, la stai molestando. Se, come a Rimini, ti metti di traverso per impedirle di passare e intanto le gridi «Ehi, bella f...», muovi la lingua come se avessi in bocca un gelato e fai il verso del cane, non la stai corteggiando, la stai molestando. Insomma, ogni volta che le tue parole e i tuoi gesti esprimono un senso di possesso, non la stai corteggiando. La stai molestando. Per quanto in branco tu ti creda assolto, direbbe De André (con quel che segue)”.

“Non Una di Meno Rimini” insieme a “Casa Madiba” ne hanno raccolte ben duecento di testimonianze, già spedite in tribunale. “C’è la quattordicenne, a spasso sul lungomare, in lacrime dopo aver ricevuto una pacca sul sedere da due «penne nere» scappate via ridendo. C’è un milanese di 43 anni in trasferta di lavoro che, allibito, ascolta quattro «bocia» i quali, nell’avvicinarsi ammiccando alla collega con lui, gli dicono «stasera ti divertirai più tu di noi, tutti soli...». Ci sono gli epiteti razzisti verso una ragazza italiana, assieme a un amico africano, che si sente dire: «Bello schifo ti porti dietro...». E poi c’è un «vecio» dalla barba bianca che in un bar se ne esce così con due ragazze: «Beh, certo che se vi mettete le gonne corte noi siamo felici di guardare ... però poi non lamentatevi se vi toccano”. (“Corriere della Sera, 12 maggio).

Registro e copione: sempre gli stessi, devastanti. Per gli alpini anche, che in un fine settimana (“per colpa di quelli che definirei degli imbecilli” - Sebastiano Favaro, Presidente dell’associazione) sono stati capaci un colpo di spugna su un anno intero (su anni anzi) di testimonianza esemplare di lavoro, impegno e solidarietà di uno storico e amato sodalizio com’è quello delle penne nere. Il cui capo non ha esitato un attimo a condannare: “Adesso ci sono fatti concreti. E mi consenta innanzitutto di chiedere scusa a chi ha subito le molestie. Faremo di tutto, insieme alle forze dell’ordine, per individuare i responsabili. E se sono appartenenti alla nostra associazione, prenderemo provvedimenti molto forti”.

Doveroso e necessario. Oltre alle scuse, perché non introdurre, dalla prossima edizione e prima che l’Adunata abbia inizio, un corso-base (quello che si chiede anche a scuola) di educazione civica? Prima lezione: il rispetto della donna.

Buona domenica

 


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Roberto Grigoletto

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