“Carenza di personale Inps e servizi a rischio, dichiarato lo stato di agitazione”
Mercoledì 5 assemblee e presidi davanti a tutte le sedi provinciali del Veneto
| Isabella Loschi |
TREVISO - Inps, l’assemblea delle organizzazioni sindacali Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Pa, Unsa, Flp, Usb e Confintesa e delle Rsu del Veneto ha dichiarato lo stato di agitazione “per l’assoluto disinteresse da parte della direzione centrale di Roma per l’operatività delle sedi e per le ricadute sui servizi istituzionali del territorio, prodotti dal disastro organizzativo che consegue alle insufficienti assegnazioni di personale nelle sedi venete”. In tutte le sedi Inps del Veneto mercoledì 5 aprile 2023 dalle 10.30 alle 12.30 si terranno assemblee per la carenza di personale. A Treviso, dalle 12 alle 12.30 avrà luogo un presidio all’esterno della sede della Direzione Provinciale di viale Trento e Trieste.
“La sede di Treviso negli ultimi 10 anni è passata da un organico di oltre 300 unità alle attuali 190 - sostengono i sindacati -. Purtroppo, delle 4.800 assunzioni previste da Inps per il 2023 solo 31 verranno assegnate a Treviso, numero che, oltre a essere insufficiente, non tiene conto che almeno 40 lavoratori lasceranno quest’anno il territorio provinciale. Quindi una sede già in gravissima sofferenza vedrà diminuire ulteriormente il personale senza tener conto che nel 2024 vi saranno una decina di pensionamenti”. “Non si capiscono - spiegano Marta Casarin della Fp Cgil Treviso, Carlo Alzetta della Cisl Fp Belluno Treviso e Antonio Osellame di Uil Pa Veneto - le logiche della direzione di Roma, che evidentemente non tengono assolutamente conto delle esigenze degli utenti del territorio. Queste gravi carenze di organico graveranno sui servizi di prossimità all’utenza con la probabile chiusura delle sedi periferiche. Ormai si lavora nell’emergenza e il rischio è che non vengano più erogati servizi adeguati alle esigenze di cittadini, pensionati e lavoratori. Abbiamo deciso di avviare la mobilitazione del personale perché la situazione è davvero critica: le assunzioni previste non bastano a colmare la voragine che si è creata in questi anni, mancato turn-over, pensionamenti”.
“Il caso Veneto è un paradosso: entro fine 2023 l’Istituto conta di assumere oltre 4mila nuovi dipendenti in tutta Italia, ma i criteri di ripartizione che verranno seguiti per dislocare questo personale in tutte le sedi penalizzano fortemente alcune regioni, tra le quali il Veneto, dove sono previsti appena 206 nuovi assunti – concludono i sindacati -. La giornata del 5 aprile sarà la prima di altre iniziative che le sigle sindacali contano di organizzare anche per far comprendere all’utenza e alle Istituzioni locali il fatto che il cattivo funzionamento dei servizi non è colpa di chi sta allo sportello, ma di una programmazione errata dei vertici dell’Istituto che penalizza fortemente i servizi di prossimità e che puntano ad una centralizzazione delle attività”.