Pesticidi nella terra del prosecco: “Zaia dice pubblicamente cose condivisibili ma poi nel chiuso del palazzo fa il contrario”
A Presadiretta su Rai 3 ieri sera si è parlato di prosecco e di pesticidi
CONEGLIANO / VALDOBBIADENE – Come è cambiato il territorio del prosecco negli ultimi decenni e a che prezzo? Lo hanno raccontato ieri sera nella trasmissione Presadiretta di Rai3 dove hanno mostrato come sono stati tolti i vecchi vigneti di uva nera per sostituirli con il glera per il prosecco ma allo stesso modo sono stati sacrificati i prati, i campi di mais e di soia. “L’allora ministro delle politiche agricole, Luca Zaia estese la denominazione del prosecco, che era limitato alla zona Valdobbiadene e Conegliano, in un’area vastissima su 9 province tra Veneto e Friuli-Venezia Giulia con ingenti sussidi pubblici”: hanno spiegato nel servizio televisivo. Tra gli intervistati il consigliere regionale dem e membro della Commissione ambiente del Veneto, Andrea Zanoni, che ha spiegato: “Nel periodo 2009/2019 sono stati destinati alla viticultura 580milioni di euro”.
Un cambiamento nell’uso del territorio che ha portato il prosecco a risultati da record, con: 700milioni di bottiglie prodotte all’anno, un giro d’affari di 3 miliardi di euro e il primato di vino più venduto all’estero. Ma tutto questo ha anche delle conseguenze: “Sono coltivazioni che hanno bisogno di un alto tasso di chimica di sintesi per combattere tutte le malattie che attaccano questa vite che è poco resistente. Si tratta di trattamenti soprattutto contro le malattie fungine e poi ci sono gli erbicidi come il glifosate, che caratterizza la fascia sotto alle viti, in cui l’erba è palesemente secca”. Zanoni quindi prosegue spiegando che: “Nel 2012 veniva impiegati 14,7 milioni di chili di pesticidi passati nel 2021 a 15,8 milioni, con un incremento in 10 anni del 7% a livello regionale mentre per quanto riguarda Treviso, terra del prosecco, invece c’è stato un incremento dei pesticidi pari al 22%. "Una media di 3,3 chili di pesticidi per ogni cittadino del Veneto".
Il Veneto, inoltre, è la regione che coltiva meno biologico con solo un 5% contro un 17% a livello nazionale. “Zaia, ha scritto cose condivisibili sul biologico e pubblicamente porta argomenti che i sottoscriverei completamente – ha proseguito Zanoni - ma poi nel chiuso del palazzo fa il contrario. Addirittura, chiede al ministero della salute di usare dei pesticidi vietati per legge”. Quindi la giornalista prosegue spiegando che per contrastare la flavescenza dorata, malattia che colpisce i vigneti, la regione Veneto ha chiesto di usare un pesticida che si chiama clorpirifos, vietato in Europa dal 2020 per i suoi effetti neurotossici sui bambini. Il ministero della salute ha avviato la procedura per l’autorizzazione e il caso ha sollevato un vespaio che ha allungato i tempi dell’iter, per trattamenti che andavano fatti da giungo a luglio, quindi per quest’anno anche se arrivasse l’ok non se ne fa nulla. “Probabilmente il pericolo è scampato per sempre – dice Zanoni – visto che i produttori si sono resi conto che sarebbe un boomerang pazzesco”.
Ma perché i vigneti di glera si ammalano così facilmente? Nel corso della trasmissione hanno spiegato che l’agricoltura intensiva favorisce la propagazione dei patogeni infestati che non incontrano più barriere naturali tra un vigneto e l’altro e questo sospinge a un impiego sempre maggiore di pesticidi che però sterminano anche gli insetti antagonisti, quelli utili contro i parassiti, riducendo ulteriormente le difese a protezione delle viti, danneggiando così la biodiversità. “Le rondini e i passeri sono spariti – conclude Zanoni -. Mi sono rimasti solo i nidi e la speranza che un giorno le rondini tornino”.
Interviene quindi Fabio Magro, figura nota per la sua battaglia insieme alle famiglie che vivono vicino a quello che un tempo era il bosco di Premaor che nel 2019 ha lasciato il posto a un vigneto: “Questa è la camera di mio figlio – e mostra la stanzetta sprangata – ovviamente non possiamo far andare un condizione che pesca aria dall’esterno. La prescrizione dell’autorità sanitaria è di tenere chiuse le finestre e limitare le attività all’aperto. Chi ha voluto i vigneti così vicini alle case se l’è posto il problema? L’azienda sanitaria si è pronunciata dicendo che noi siamo particolarmente esposti, siamo un gruppo vulnerabile e il minore che vive qui (il figlio di Fabio n.d.r.) può avere un peggioramento della sua malattia neurologica anche con piccole quantità di prodotti fitosanitari. Il getto dei trattamenti è di 40 metri su un pendio e quindi è inevitabile che scenda fino a casa nostra. A confine dovrebbero mettere una siepe altra 3 metri che non c’è. Il comune ha dato la prescrizione che i filari vicino alle case fossero trattati a mano ma così non è. Chi fa il trattamento sta qui mezz’ora vestito come un astronauta e noi invece siamo qui in maniche di camicia e dobbiamo viverci. Perché non ci dicono con cosa trattano i vigenti? Cosa c’è da nascondere?”.
La parola passa all’endocrinologo Ernesto Rorai: “Molti pesticidi sono considerati interferenti endocrini, cioè, possono interferire con il sistema endocrino a vai livelli. Il problema è l’effetto cocktail, quando si mescolano tra di loro i pesticidi, anche se in concentrazioni al di sotto della soglie pericolosa”. L’esperto, quindi, cita alcune patologie che si sospetta possano essere in relazione con l’esposizione della popolazione ai pesticidi. Ma a Presadiretta sono state poi illustrate anche forme di agricoltura “virtuosa” dove il ricorso ai pesticidi è inesistente o estremamente esiguo e super controllato: le alternative quindi ci sono ma secondo il report televisivo serve un’inversione di rotta politica e produttiva che non implica per forza una perdita economica.
Qui la puntata di Presadiretta
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