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06 ottobre 2024

Mogliano

Donne e lavoro: a Casale le storie di lavoratrici di successo

“E’ necessario esprimere le esigenze delle donne, perché le lavoratrici ce la fanno sempre ma servono aiuti e strumenti, in primis quelli finanziari per la crescita dei figli"

| Isabella Loschi |

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| Isabella Loschi |

Paola Francin, Caterina Terrazzìni, Franca Bandiera, Dania Sartorato, Katy Mastorci

CASALE SUL SILE - La relazione che intercorre tra donne e imprenditorialità si fa sempre più stringente. A confermarlo sono i numeri: secondo i dati della Camere di Commercio Treviso - Belluno, a giugno 2023 le aziende a conduzione femminile nella Marca erano oltre 16 mila, il 20% del totale, con oltre 42 mila addetti operativi. Diversa è la situazione delle lavoratrici in generale: i dati dell’Inps dicono che nel 2023 ad essere impiegate nel settore privato in Veneto sono state 704.997 donne contro i 913.383 e la loro retribuzione annua si è fermata a quasi 10 mila euro in meno rispetto ai lavoratori uomini, 17.523 euro contro i 29.965 euro di paga annua media maschile. Questo dipende dalla ormai nota disparità di salario tra uomo e donna a parità di posizione e dal fenomeno del part-time indotto. Alle donne, infatti, è affidata la cura della casa e dei figli e quando mancano gli aiuti esterni si trova costretta a sacrificare la propria carriera per la famiglia accettando lavori a tempo determinato e con un orario inferiore.

Di parità di genere e di occupazione femminile nella Marca si è parlato al convegno “Donne e lavoro: una relazione creativa e complessa” in occasione del XII Forum delle attività produttive promosso dal Comune di Casale dove è emerso che sono quanto mai indispensabili aiuti e incentivi statali, a carattere finanziario, ma anche psicologico. “Bisogna parlare del rapporto donna e lavoro attraverso esempi positivi: le carriere e le professioni si costruiscono facendo le scelte giuste in un contesto che consente di farlo, ma anche facendosi ispirare da persone che hanno avuto la forza di portare dei cambiamenti", spiega Franca Bandiera, direttore IVL Istituto Veneto del Lavoro, che aggiunge: “La comunicazione sul lavoro non è corretta: le aziende dicono che non riescono a trovare lavoratori, le donne si trovano costrette ad accettare lavori a part-time o che non le soddisfano. Le lavoratrici dovrebbero cambiare approccio e trovare la loro strada senza imporsi di seguire quello che non fa per loro, bisogna avere il coraggio di accettarsi e saper cambiare”.

Tra le ospiti intervenute, Katy Mastorci, biotecnologa, imprenditrice agricola titolare dell'azienda agricola Reghèt e rappresentante Donne Impresa della Coldiretti Treviso: “E’ necessario esprimere le esigenze delle donne, perché le lavoratrici ce la fanno sempre ma hanno bisogno di aiuti e strumenti, in primis quelli finanziari per la crescita dei figli, ma anche un aiuto psicologico che consenta di imparare a gestire l’organizzazione familiare senza sentirsi in colpa". “Le donne hanno un doppio carico: quello professionale e quello familiare e sociale, sul lavoro laddove ci riesca ad essere la governance mista composta da donne e uomini è la soluzione migliore”, ha aggiunto Dania Sartorato, imprenditrice nei settori ristorazione e turismo e presidente Fipe e Unione Provinciale Confcommercio.

Ha partecipato alla tavola rotonda, da remoto, anche Emma Della Libera. Oltre che biologa e nutrizionista, Emma ha raccontato nella sua tesi di laurea la sua malattia. La giovane trevigiana è infatti affetta da Atassia di Friedreich, una rara malattia genetica degenerativa che colpisce una persona ogni ventimila, ad oggi priva di cure. Con la sua tesi è riuscita a dare un contributo significativo alla ricerca scientifica, suggerendo nuovi approcci rimasti ad oggi inesplorati. “L’autodeterminazione consiste nel reclamare il proprio spazio, non chiedere scusa di esistere anche se non si rientra nel modello canonico di produttività, indipendenza, autonomia. Siamo persone, non macchine perfette, con giusto sistema di supporto le opportunità che si possono aprire anche a una donna disabile non autosufficiente come me, sono enormi”. Ad aprire e chiudere il convegno, il sindaco di Casale, Stefania Golisciani, che ha portato la sua esperienza: “All’inizio della mia carriera di avvocato cercavo di essere meglio dei miei colleghi uomini, lavoravo il triplo di loro per ottenere il medesimo riconoscimento, le cose sono cambiate quando ho capito che solo non snaturando il mio essere donna potevo ottenere di più, così è stato e applico questo principio anche come sindaco. Noi donne, in quanto tali, possiamo fare la differenza”.


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