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25 novembre 2024

Treviso

“Buona Pasqua, di speranza e di pace”: il messaggio del vescovo Michele Tomasi

Auguri pasquali anche dal vescovo Corrado Pizziolo: "Lasciamoci attirare dall'amore di Cristo per superare ogni solitudine e far sentire meno soli gli altri"

| Isabella Loschi |

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| Isabella Loschi |

Michele Tomasi

TREVISO - “Gesù Risorto ci viene incontro anche oggi, in questo nostro tempo in cui pace, riconciliazione e perdono sembrano parole vuote, rese irrilevanti dall’aggressività e dalla violenza che si diffondono a tutti i livelli della vita, da quelli più familiari e intimi a quelli delle grandi vicende internazionali. Non lasciamoci prendere dallo sconforto e dalla rassegnazione, e continuiamo a chiedere con fede ostinata al Signore Risorto che faccia di noi degli operatori di pace”. Questo il messaggio del vescovo di Treviso, Michele Tomasi per la Pasqua. Un invito a continuare a lavorare e impegnarci per la pace. "La giustizia – che è e che rimane esigenza che non potremo mai trascurare – si raggiunge solamente se ci saranno donne e uomini disposti a donare qualcosa di sé per testimoniare la forza di Cristo: siamo chiamati a non lasciarci vincere dal male, e anzi a vincere il male con il bene”, continua monsignor Tomasi. “Possiamo farlo nelle nostre famiglie, nel vicinato, nelle nostre comunità cristiane e nei luoghi della vita e del lavoro. Possiamo farlo nell’impegno per il bene comune, prendendoci cura dei fratelli e delle sorelle più soli, poveri e trascurati. Possiamo farlo prendendoci cura del creato, assumendo stili di vita più attenti e responsabili. Possiamo farlo da artigiani della pace, come ci chiede spesso di fare papa Francesco, per poter mostrare anche ai grandi della storia vie che permettano loro di uscire dalle secche del conflitto in cui stanno facendo arenare il nostro tempo”.

“L’anno scorso avevo scandito gli auguri di Pasqua sulla lettura dell’enciclica di papa Giovanni XXIII “Pacem in terris”, e auguravo a tutti noi di poter costruire l’edificio della pace sui quattro pilastri indicati allora dal Papa: “la verità, la giustizia, l’amore e la libertà”.  Continuiamo su questa strada, senza stancarci, anche se il nostro mondo ha sperimentato in questi ultimi mesi conflitti ancora più violenti, che sembrano quasi inevitabili e si vedono poche e fragili prospettive di miglioramento". “L’augurio per la Pasqua di quest’anno è di continuare a credere nella presenza del Risorto, e alla missione che Lui ci affida. Il fondamento non sono le nostre forze, ma la sua presenza, la sua vittoria sul male e sulla morte, il suo amore per noi e per tutta l’umanità. Chiediamo al Risorto il dono della Speranza, il suo coraggio contro il male e la luce della sua Parola. Amiamo il suo modo di vivere, di parlare, di agire, di incontrare le persone e di annunciare l’amore del Padre. Possiamo trovare tutto questo nel Vangelo, e amando e conoscendo sempre meglio la Parola di Dio saremo capaci di vivere come Lui, di amare come Lui. Buona Pasqua, di speranza e di pace, a tutti voi”.

Anche il vescovo Corrado Pizziolo ha rivolto gli auguri pasquali a tutti i trevigiani: "In questi prossimi giorni torneremo a celebrare e a contemplare l’evento di cui Gesù aveva parlato e che egli portò a compimento sul Calvario, morendo crocifisso tra due ladroni Una morte del genere - la più crudele e vergognosa prevista dalla legislazione romana - avrebbe dovuto respingere, non attirare. Eppure Gesù sapeva che il modo con cui egli avrebbe concluso la sua vita sarebbe rimasto per sempre segno e strumento di salvezza per tutti. Non era stato semplicemente un tragico incidente quella morte, ma un dono assoluto di amore. Un dono così grande che avrebbe potuto essere realizzato soltanto dall’amore di Dio. Solo Lui, inoltre, avrebbe potuto farlo diventare fonte di risurrezione e di vita per Gesù e per l’umanità. E infatti Gesù portò a compimento, in quel dono totale di sé, quello che era il progetto del Padre".

"L’evento che celebreremo nei prossimi giorni si trasforma allora in una domanda rivolta a ciascuno di noi: io mi lascio attirare da questo amore? È una domanda impegnativa, perché lasciarsi attirare da questo evento di amore significa accoglierlo e condividerlo. Anzitutto accoglierlo, nel senso di crederci profondamente, lasciandosi illuminare da esso, in modo da superare quei sentimenti di paura, di scoraggiamento e di rassegnazione che spesso oscurano la nostra esistenza. E in secondo luogo significa condividerlo, nel senso di imparare, giorno dopo giorno, a fare anche della nostra vita un dono agli altri, specialmente a chi è più solo e bisognoso. Certo, lo faremo a seconda delle nostre possibilità, ma tutti qualche possibilità ce l’abbiamo. Lasciamoci dunque attirare dal Signore Gesù crocifisso! Lasciamoci attirare dal suo amore per superare ogni solitudine e chiusura e per imparare, a nostra volta, a far sentire meno soli gli altri. Con questo invito che rivolgo a me stesso e a ciascuno di voi, cari fratelli e sorelle, vi auguro una santa Pasqua e vi accompagno con la mia benedizione".

 


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