Conegliano, omicidio di Margherita Ceschin: arrestata la "mediatrice" 23enne
La donna dominicana avrebbe fatto due versamenti di denaro in favore di uno degli esecutori del delitto e stava cercando di rientrare nel suo Paese d'origine
| Isabella Loschi |
CONEGLIANO - I militari dell’Arma hanno arrestato nelle scorse ore, in esecuzione di un’ordinanza di applicazione di misura cautelare personale emessa dal Gip presso il Tribunale di Treviso, la 23enne dominicana già indagata, in concorso con altri, nei procedimenti penali instaurati a seguito dell’omicidio di Margherita Ceschin, la donna di 72 anni di Conegliano trovata priva di vita nella sua abitazione la sera del 24 giugno 2023.
La straniera, rintracciata in Pavia e sottoposta agli arresti domiciliari con l’adozione obbligatoria delle modalità di controllo con braccialetto elettronico, è gravemente indiziata di avere rivestito il ruolo di intermediaria nell’organizzazione dell’omicidio della Ceschin: avrebbe infatti effettuato versamenti di denaro in due distinte occasioni, per l’importo di 999 euro (il 2 giugno 2023) e di 899 euro (il 5 luglio 2023) in favore di uno degli esecutori materiali del delitto, suo connazionale, e nei giorni immediatamente precedenti l’omicidio si sarebbe recata alla stazione ferroviaria di Venezia-Mestre proprio per prelevare l’uomo. Il provvedimento recepisce integralmente le risultanze ed i riscontri raccolti nel corso dell’articolata attività investigativa svolta dai carabinieri sotto la direzione della Procura della Repubblica di Treviso: il sequestro e la successiva analisi dei dispositivi in uso a tutti gli indagati hanno infatti permesso la ricostruzione del ruolo dell’arrestata nel sodalizio criminale.
Dalle numerose intercettazioni è emerso che la straniera non solo era a conoscenza della vicenda e dei ruoli dei vari protagonisti (ideatore ed esecutori materiali) ma fungeva da “mediatrice” nei contatti dei vari soggetti, alcuni dei quali all’estero. Nelle conversazioni si evince chiaramente, con riferimento all’omicidio, come le stesse fossero finalizzate a trovare soluzioni per incassare il denaro della “commissione” e alla volontà di sfuggire in ogni modo all’individuazione di esecutori materiali e mandanti da parte degli inquirenti.
Ravvisato evidentemente dal GIP, come concreto ed attuale, il pericolo che la straniera potesse sottrarsi alle indagini ed allontanarsi e rientrare nel suo Paese di origine: è emerso infatti che la donna stesse cercando di ottenere negli ultimi tempi, in tutti i modi, un duplicato del proprio passaporto. Ora all’appello - dopo che tutti gli altri presunti responsabili dell’efferato delitto sono stati individuati e tratti in arresto grazie alle indagini di carabinieri e magistratura - rimane solo il fidanzato della straniera arrestata, suo connazionale, attivamente ricercato.
Iscriviti alla Newsletter di OggiTreviso. E' Gratis
Ogni mattina le notizie dalla tua città, dalla regione, dall'Italia e dal mondo