"Ti piace respirare la puzza di m....? Vieni ad abitare da noi a Follina"
Trecento follinesi da anni lottano contro il fetore che promana da un allevamento di conigli e costringe gli abitanti a sigillare porte e finestre per ore
FOLLINA - “Ti piace respirare la puzza di m....? Adori arieggiare casa nelle calde sere d’estate con la speranza che l’odore di escrementi invada la tua abitazione ristagnandone all’interno per ore? Se sì, sei nel posto giusto, Follina ti offre anche questo! Potresti addirittura pensare di comprarti casa in località Giazzera visto che per questo problema gli immobili si sono svalutati moltissimo! Respirala a pieni polmoni e goditi il momento! In alternativa potresti aiutarti e aiutare quel gruppo di persone che vorrebbero respirare aria più pulita, più sana, meno nociva” Sono le parole ironiche e forti inviate agli organi di stampa con le quali alcuni follinesi hanno dichiarato guerra agli allevamenti intensivi situati nelle loro vicinanze.
Come chiamata alle armi è tanta roba. Bisogna riconoscerlo al gruppo promotore. “Quando guerra è guerra”, sorride (ma amaro) Paolo, l’estensore dell’invito, al quale hanno risposto - ormai sono tre anni - trecento follinesi.
E' una lunga storia. E Renata Da Recco se la ricorda tutta, dal principio alla fine. “Inizia tra gli anni Settanta e Ottanta, con l'allevamento intensivo di polli in località Giazzera; già allora odori nauseanti. Negli anni Novanta l’allevamento è stato rilevato, con il benestare dell' Amministrazione comunale, dagli attuali proprietari, i fratelli Bortot. I quali dapprima hanno continuato ad allevare galline, poi al posto dei polli ci hanno messo i conigli. Non centinaia. L’ordine è quello delle migliaia: si parla di quattordicimila esemplari, cui si aggiungono duemilaquattrocento fattrici (di conigli). Che di riproduzione a velocità supersoniche se ne intendono.
Ogni estate si riapre il medesimo capitolo, intitolato: “Dell’insalubrità dell’aria”. Porte e finestre sigillate dalle diciotto fino a notte fonda, “impensabile invitare amici a cena”. Com'è improbabile che nelle ore piccole l’agenzia regionale per l’ambiente spedisca tecnici con l'armamentario per fiutare l’aria. Di giorno, o con il freddo, non rilevabile infatti. Ma al calar del sole è tutta un'altra storia- "L’azienda arieggia e vuota le due vasche a cielo aperto: è allora che l’odore di escrementi e ammoniaca ammorba l’aria”.
In località Giazzara, in verità, di allevamenti ce ne sono due: uno di mucche e l’altro di conigli. Ci sono andati più volte, i residenti locali, in avanscoperta. Ma il senso dell’odorato deve essere talmente affinato e piuttosto allenato per riuscire ad attribuire all’uno piuttosto che all’altro l’origine del fetore. Ci sarebbe riuscita, a quanto pare, l’Arpav, con i suoi mezzi, additando la fattoria dove albergano conigli. “Da lì si propaga l'odore che le correnti d’aria si incaricano poi di diffondere nelle nostre abitazioni" - spiega Renata.
“Ciononostante l’Arpav che ci ha risposto di smetterla con le mail e di rivolgerci al Sindaco”. Al quale anche l’Asl passa la palla. Perché, in fondo, è il primo cittadino il responsabile numero uno della salute della popolazione. A giugno c’è stato un cambio di Amministrazione. Ai concittadini il nuovo Sindaco, Paola Carniello ha assicurato che nei prossimi giorni tornerà da loro per fare il punto della situazione. Soprattutto sull’utilizzo (o meno) degli enzimi prescritto dall’Arpav. L’ex sindaco, Mario Collet è guardingo; di più, è proprio sul piede di guerra: “Se dicono falsità li portò in tribunale; rammentino piuttosto cosa è stato fatto dalla mia Giunta! Della quale, per inciso, gli attuali amministratori rivestivano il ruolo di assessori”. Si guadino bene dallo scaricabarile.
Insomma, da caso ambientale i conigli sono già diventati un caso politico. In verità caso di emergenza ambientale la località Giazzara lo è sempre stata. Continua Renata sul filo del ricordo: “Anni fa l'Amministrazione ha accettato un appalto che ha permesso ad un comune limitrofo di scaricare in Giazzera tutta la sua spazzatura, creando una vera e propria collina dei rifiuti a cielo aperto.
Un dialogo con la casa madre dei conigli (l’azienda Bortot) manco a immaginarselo. Un giorno di un paio di anni fa però Antonella Della Stella, consigliere comunale fino al giugno scorso, oltre al coraggio ha preso a quattro mani anche tutta la buona volontà e ha suonato al campanello della ditta. L'intenzione era di proporre un confronto ma è stata gelata e liquidata su due piedi, lì sul cancello: “Gli odori li respiro anche io, cosa crede? Perché non dovrebbero farlo anche gli altri", sono state all'incirca le parole del responsabile dell'allevamento dichiara Antonella.
Nessuna disponibilità a ricercare neanche un mezzo compromesso. “Grave è non sapere cosa stiamo inalando, oltre all’ammoniaca”. Un ambientalista e animalista della prima ora come il consigliere regionale Andrea Zanoni a Follina e a Giazzera ci è andato e tornato più volte. Quell’azienda però, non essendo di nuova generazione ma piuttosto datata, non è sottoposta a vincoli né obblighi stringenti. “E comunque una riconversione manco è presa in considerazione “ - annota Della Stella - “nonostante i finanziamenti messi disposizione a tal fine dalla Regione Veneto”.
E così Follina, dopo essere stata annoverata nel club dei Borghi più belli d’Italia e fregiata nel 2021 dal Touring club italiano del marchio di qualità turistico-ambientale, si avvia a passi lesti verso un altro ma più triste primato. Quello di Borgo più nauseabondo d’Italia.
Foto di repertorio