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12 dicembre 2024

Treviso

Sfrattato muore a 53 anni nel garage dove dormiva, il Comune: "Non sapevamo nulla"

Marco Magrin è morto sabato 1 dicembre, la consigliera del Pd, Carlotta Bazza attacca l'amministrazione: "Questo è un fallimento"

| Isabella Loschi |

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| Isabella Loschi |

Sfrattato muore a 53 anni nel garage dove dormiva, il Comune:

TREVISO - La notizia della morte di Marco Magrin, il 53enne stroncato da un infarto sabato scorso nel garage dove viveva da qualche tempo dopo essere stato sfrattato dall’appartamento di Monigo, ha scosso l’intera città.

“Non sapevamo nulla della sua situazione - le parole del sindaco Mario Conte - E’ una storia che fa riflettere. Ha tenuto all’oscuro di tutti, amici intimi e familiari, la sua situazione, presumibilmente per una questione di dignità. Non si era rivolto ai servizi del comune e non c’è stata nessuna segnalazione”. Il primo cittadino lancia poi un appello: “Nei momenti di difficoltà c’è una comunità, le istituzioni sono pronte a tendere una mano. Fatevi coraggio, dialogate e chiedete aiuto. Dobbiamo fare in modo che questa tragedia non sia una morte vana ma un grido di allarme per una comunità che deve confermarsi solidale e pronta ad aiutare quanti finiscono temporaneamente in difficoltà. Oggi è successo a lui ma domani può succede a chiunque di noi. Come amministrazione siamo pronti ad aiutare chi vive una difficoltà”.

Ma l’opposizione non ci sta e parla di fallimento: “Ci risiamo. A distanza di un anno dalla morte di Mandeep Singh nel parcheggio dell’Appiani dove dormiva, muore in un garage, solo e al freddo, Marco Magrin. Non abbiamo imparato nulla e così, mentre domenica una gremita piazza dei Signori attendeva l'accensione dell'albero di Natale, a due chilometri di distanza, nel quartiere di San Liberale, giaceva al freddo in un garage una persona, morta. Questo è un fallimento. E ancora una volta è il termometro chiarissimo che le cose non funzionano”, attacca la consigliera del Pd, Carlotta Bazza. "Il tema casa come grave problema sociale è sicuramente complesso e difficile, ma deve diventare una priorità, va affrontato una volta per tutte con la volontà di cercare soluzioni, e soprattutto di fare rete, perché i problemi come quelli che hanno portato alla morte di un’altra persona vengano costantemente monitorati e affrontati dall'Amministrazione. Pare invece che non si voglia vedere, che si voglia solo nascondere la polvere sotto il tappeto, e questo non è accettabile. Non possiamo trovare ancora giustificazioni e non possiamo farlo prima di tutto come cittadini. Il problema del reinserimento sociale e quello della casa, che ne è una condizione necessaria, sono sempre più incalzanti e si stanno imponendo come una drammatica emergenza sociale, anche nella nostra ricca Treviso".

“Il fatto di San Liberale è triste e molto grave, certo, nessuno ha le soluzioni e le risorse in tasca, ma possiamo fare in modo che queste cose non debbano più accadere - conclude Bazza - Il tema è stato affrontato anche durante lo scorso consiglio comunale, ma, mentre si discute animosamente, muoiono persone di freddo in un garage, magari sognando una vita normale. Siamo stanchi dei soliti confronti da parte del Sindaco e dell'assessora Tessarolo su chi fa e chi non fa. È ora di fare, e per i cittadini è ora di impegnarsi e di capire che Treviso non è una città sicura e solidale”.

 

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