26 novembre 2024
Categoria: Altro - Tags: Umbi, Lippi, Mondiale
Emanuela Da Ros | commenti |
Ho inquadrato l’area dal limite. E poi sono entrata in campo, cioè in salotto, con la sensazione che la partita fosse già ai quarti di finale. YiHua dormiva vestito – sul lettino pieghevole – col lenzuolo rosso appena lavato-steso-asciugato e parzialmente stirato, senza foderina sul cuscino. Umbi letargava sul suo letto in un pirotecnico zampillio di direttrici bionde: i capelli piastrati e scomposti.
Ho estratto il cartellino giallo. “O vi alzate subito o vi lascio in panchina per il resto della vostra vita”.
Umbi e Yi Hua hanno scelto la panchina.
Mentre tiravo morbida la corda, andavo in cucina ad abbordare il secchiaio, tentavo uno spiovente assorbente su quel frigorifero che continua a lacrimare acqua in un accesso di depressione Zoppas (patologia tutta da iscrivere nel registro degli spiantati), ho azzardato una lunga serie di passaggi tra i vestiti ammucchiati sul pavimento: “Uscite da questa casa all’istante se no se no vi proietto dritti nel 2012”. La formazione ha bofonchiato qualcosa di irripetibile (sospiri, scoreggine e ruttini, per lo più) sull’eventualità di una fine del mondo troppo annunciata. Ho insistito. Ho mandato in campo mamma Margherita, 77 anni di grinta accumulata nel ricordo adolescenziale di una seconda guerra mondiale vissuta come sfollata a Gallarate. Mamma si è disarmata presto. E’ uscita dal centro campo con la sensazione che i due alieni avessero un assetto difensivo solido e che al di là dei balbettii dei terzini (nella fattispecie: io, mamma e il bastone del Mocio Vileda) nessuno avrebbe potuto avere la meglio su un avversario che già aveva annientato la controparte con una indicibile puzza di piedi.
Ho tentato di rimarcare. Forse un’azione più decisiva avrebbe potuto smuoverli.
Io e mamma ci siamo guardate. Sempre dal limite dell’area. Abbiamo aperto le finestre, rovesciato i materassi, sondato il parquet. In area di rigore è rimasta la consapevolezza, nemmeno ribattuta, che le vacanze sono iniziate, che due quindicenni non attaccano in profondità e nemmeno in superficie se hanno già inquadrato la porta. Che vabbè: era aperta, ma solo perché c’era corrente d’aria.
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