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12 gennaio 2025

Treviso

IL MONDO VITIVINICOLO DI MARCA S'INTERROGA SULL' OCM

La nuova riforma Ce non piace a Coldiretti Treviso

| Laura Tuveri |

| Laura Tuveri |

Treviso - Il mondo vitivinicolo trevigiano si è riunito per parlare della nuova riforma del settore prevista dalla Comunità europea.

“E’ giusto che sul vino il consumatore non sappia cosa ci sia in bottiglia…”. E’ questo l’ironico commento di Enzo Bottos, direttore di Coldiretti Treviso, che evidenzia uno dei tanti aspetti negativi, a suo dire, spetti della nuova riforma dell’Organizzazione Comune di Mercato del vino che non mancherà di far sentire i propri effetti sulla viticoltura di casa nostra. Ironico perché quello della trasparenza delle etichette è uno dei punti fermi da cui Coldiretti non prescinderà mai. Del resto il patto con il consumatore è un pilastro fondamentale per le imprese agricole che garantiscono gli standard qualitativi del nostro territorio.

Di tutto questo si è parlato ieri sera nel corso dell’attesa Consulta vitivinicola della Coldiretti di Treviso che nella propria sala assembleare ha ospitato un importante incontro con i massimi rappresentanti delle principali cantine sociali trevigiane. Presenti alla riunione, il presidente di Coldiretti di Treviso, Fulvio Brunetta, Domenico Bosco, responsabile nazionale del settore vitivinicolo, giunto appositamente da Roma.

Lo stesso Bosco ha messo in evidenza l’incapacità dell’Italia di negoziare a Bruxelles. L’aver voluto affrontare l’Ocm ortofrutta in modo separato dall’Ocm Vino ha portato ad una debacle in entrambi i fronti. Sul vino poi i Paesi del Nord hanno portato a casa tutta una serie di agevolazioni che si scontrano con il concetto di qualità creando delle situazioni poco trasparenti per il consumatore.

“Sullo zuccheraggio, ad esempio, nulla è cambiato. Avevamo chiesto che l’uso del saccarosio fosse messo perlomeno indicato in etichetta in modo che il consumatore sappia cosa acquista, ma ciò non è stato permesso – continua il direttore Enzo Bottos – Invece, ci sarà la possibilità di etichettare con nome del vitigno ed annata anche i vini da tavola, prerogativa per ora esclusiva di quelli Doc e Igt creando anche in questo caso confusione e rischio di compromettere la percezione qualitativa del prodotto”.

Un altro aspetto molto importante per il territorio della Marca trevigiana sono i contributi che verranno dati all’estirpazione: “Questa è una grande preoccupazione perché andrà ad incentivare tale pratica le aziende a produzione mista che possiedono piccoli vigneti – aggiunge il direttore di Coldiretti di Treviso – Estirpare un vigneto significa disfarsi di un pezzo della nostra storia paesaggistica e rurale, ma soprattutto metterà in crisi la nostra preziosa cooperazione che si avvale anche di quell’uva per sostenere delle cantine sociali che riescono a stare sul mercato grazie ai loro prodotti dediti alla qualità”. Poi c’è l’aspetto della liberalizzazione degli impianti dal 1 gennaio 2016 con possibilità per gli stati membri di prolungare il divieto fino al 2018. Oggi per impiantare dei vigneti bisogna possedere, infatti, dei diritti. “Che almeno ci sia omogeneità per tutti gli Stati membri nei tempi di liberalizzazione con scadenze certe fin da subito in modo che le aziende agricole possano programmare i loro interventi” continua Bottos che conclude “Non nascondiamo l’imbarazzo per la condotta del Ministro dell’agricoltura, De Castro, che è stata deficitaria su tutti i fronti. Non è una conclusione politica, bensì meramente tecnica”.

 


| modificato il:

Laura Tuveri

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