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20 aprile 2024

Montebelluna

IN LIBIA PER LAVORO VIENE ESPULSA A CAUSA DI UN ERRORE SUL PASSAPORTO

La donna è stata rinchiusa per cinque ore in una stanza prima di essere rispedita in Italia

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Montebelluna – È stata trattata come una clandestina. Lucia Bordignon, gelataia di Biadene che lavora a Falzè, domenica era in Libia per motivi di lavoro. Le è stato controllato il passaporto. Secondo gli addetti alla sicurezza libici non poteva rimanere perché mancavano dei dati nel documento.

L’hanno quindi chiusa in una stanza per la notte, in attesa di rispedirla in Italia il giorno seguente. La contestazione del passaporto in particolare era dovuto al timbro fatto sul documento dalla Questura di Venezia; timbro bilingue, anche in arabo, come previsto dalla legge.

Il timbro non ha passato il controllo cui la donna è stata sottoposta appena atterrata all’aeroporto di Tripoli: nel passaporto veniva riporta la traduzione in arabo di nome e cognome, ma mancava la traduzione degli altri dati. Ecco allora che la donna è stata rinchiusa immediatamente in una stanzetta dell’aeroporto.

C’è rimasta per cinque ore, senza i bagagli. All’uscita dalla sua “prigione”, avvenuta intorno alla 5 del mattino, è stata imbarcata su un aereo per l’Italia. Per di più i clienti che l’aspettavano all’aeroporto hanno dovuto paragare una penale di 250 euro per erronee procedure d’ingresso.

Una volta in Italia, a Roma ad attenderla c’era la polizia, che poi l’ha accompagnata in Questura dov’è stato confermato che lei non aveva alcuna colpa per quanto era accaduto.

 


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