16 dicembre 2024
Categoria: Persone - Tags: Laura Merotto
Pietro Panzarino - Vicedirettore | commenti |
Laura Merotto, classe 1977, di Col San Martino (TV), dove vive la sua famiglia, si è laureata nel 2005 al Politecnico di Milano con una tesi dal titolo Caratterizzazione chimico-fisica di polveri nanometriche di alluminio e correlazione con le proprietà balistiche di propellenti solidi alluminizzati.
Durante la tesi ha svolto uno stage presso l’Istituto Guido Donegani di Novara, occupandosi di analisi chimico fisiche di polveri nanometriche di alluminio, utilizzate come additivi in propellenti per la propulsione spaziale.
Dopo la laurea ha continuato ad occuparsi di ricerca nell’ambito della propulsione spaziale, concentrandosi sulla propulsione di tipo ibrido. La tesi di dottorato, dal titolo Experimental Investigation of HTPB- and Paraffin-based Fuels Combustion Processes for Hybrid Rocket Propulsion, si è avvalsa della contro-relazione del Dr. Bryan Palaszewski del NASA Glenn Research Center.
Nel corso di questi anni, ha lavorato presso il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Aerospaziali del Politecnico di Milano ed è stata coinvolta in progetti di ricerca internazionali nell’ambito della propulsione aerospaziale, quali programmi PF7 ORPHEE (Operative Research Program on Hybrid Engine in Europe) e SPARTAN (SPAce exploration Research for Throatable Advanced eNgine).
E' intervenuta in diversi congressi internazionali (CEAS, EUCASS, Space Propulsion…). In particolare, si è occupata di indagine sperimentale e di simulazione numerica di processi di combustione in endoreattori ibridi (hybrid rocket engines, HRE) e di caratterizzazione balistica di combustibili solidi innovativi per la propulsione spaziale ibrida. Il suo lavoro ha ricevuto alcuni importanti riconoscimenti, come l’AIAA Best Paper 2011 per l’articolo “Ballistic and Rheological Characterization of Paraffin-based Fuels for Hybrid Rocket Propulsion”, AIAA 2011-5680 e il Premio ITWIIN (Associazione Italiana Donne Inventrici e Innovatrici) 2012 Miglior Innovatrice, con il progetto “Nello spazio con la cera”. E' inoltre finalista al Premio EUWIIN 2013 (European Women Inventors & Innovators Network)
Definizione sintetica, ma efficace del tuo lavoro/ricerca.
Faccio ricerca nell’ambito della propulsione aerospaziale. In particolare: combustibili innovativi a basso impatto ambientale.
Come e quando è nata questa passione?
Da bambina, mi sono sempre piaciuti la fantascienza e lo spazio.
Ha destato curiosità nei nostri lettori la notizia che non si è potuta recare a Stoccolma a ritirare un premio per i costi da sostenere... quale era il premio? e gli altri riconoscimenti?
Il mio lavoro ha ricevuto alcuni importanti riconoscimenti, come l’AIAA Best Paper 2011 per l’articolo “Ballistic and Rheological Characterization of Paraffin-based Fuels for Hybrid Rocket Propulsion”, AIAA 2011-5680 e il Premio ITWIIN (Associazione Italiana Donne Inventrici e Innovatrici) 2012 Miglior Innovatrice, con il progetto “Nello spazio con la cera”. Sono inoltre finalista al Premio EUWIIN 2013 (European Women Inventors & Innovators Network), premio alle donne nell’invenzione e nell’innovazione.
Come sono avvenuti i contatti con Laura Puppato e la sua richiesta al Ministero?
Nessun contatto. Un giornalista le ha parlato del mio caso.
Lo spazio come risorsa, anche economica della Terra, dal tuo punto di vista.
Sono numerose le ragioni per cui l’accesso allo spazio è importante. Tra queste, si può citare l’accesso a risorse che sulla Terra scarseggiano e l’esplorazione di nuovi luoghi, che potrebbero fornire risposte al sovrappopolamento del nostro pianeta. La ricerca in ambito tecnologico, e in particolare spaziale, può inoltre fornire soluzioni utili anche per la vita sulla Terra, come dimostrato in passato con lo sviluppo di tecnologie di grande diffusione come internet e i telefoni cellulari.
Corriamo rischi e di che genere per debris spaziale?
Un problema a cui è essenziale dare una soluzione in tempi brevi è quello del debris spaziale, ovvero dei rifiuti presenti in orbita. Tali rifiuti sono costituiti da oggetti non più funzionanti in orbita attorno alla Terra, e il loro numero è aumentato esponenzialmente negli ultimi vent’anni. Il debris spaziale comporta pericoli come caduta di detriti sulla Terra, collisioni con satelliti funzionanti, accumulazione di oggetti che rischiano di rendere inutilizzabili le orbite.
Le novità della sua ricerca rispetto a quello che è avvenuto con la NASA.
Gli unici dati divulgati dalla NASA sono quelli che si trovano sul suo sito. Non posso rispondere a questa domanda, posso solo dire che nella comunità internazionale vari gruppi stanno studiando il problema…
A quando il turismo spaziale?
C’è già, ma costa molto. Stiamo lavorando per renderlo accessibile a tutti. Ammesso di avere le risorse finanziarie, in 10-20 anni si potrebbe avere un turismo spaziale di massa.
Ci dici qualcosa dell'equipe in cui sei collocata? quale ruolo eserciti?
Il gruppo è costituito da un docente universitario del Politecnico di Milano, tre assegnisti, un ricercatore e due dottorandi. Io ero assegnista. Ora, non avendo più uno stipendio, ho partecipato a un bando per un assegno di ricerca al CNR di Milano e lavorerò lì per almeno un anno.
E' immaginabile un cronoprogramma delle risorse, necessarie per raggiungere obiettivi che rendano effettiva e fattuale la nascita e la crescita di attese concrete....? di che ordine di grandezza?
La ricerca per la messa a punto della tecnologia costa 25000 euro all’anno per ricercatore, esclusi i materiali. Per arrivare all’applicazione finale (voli quotidiani per regioni di spazio abitate nel sistema solare): 10-20 anni e alcuni milioni di euro.
Si tenga conto che missioni spaziali standard di tipo scientifico esplorativo già richiedono 10 anni e molti più milioni di euro.
E' possibile immaginare un fondo di comunità, cooperativo, con raccolta di fondi privati, per sviluppare la tua ricerca?
Perché no? Tutte le partnership sono bene accette.
Pietro Panzarino - Vicedirettore
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