A TREVISO SEMPRE PIU' POVERI
E' quanto è emerso da una ricerca sulla povertà realizzata da Ca' Foscari che verrà presentata domani
| Laura Tuveri |
Treviso - Domani giovedì 19 giugno, all’Auditorium S. Croce di Treviso, alle 9, presenterà i risultati di un’indagine sulla povertà a Treviso. “Rischio povertà in un territorio ad alto reddito: il caso della provincia di Treviso” il titolo della ricerca condotta dai ricercatori dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, e promossa dal Centro di servizio per il volontariato e dal Coordinamento delle associazioni della provincia, oltre che dalla Fondazione Cassamarca e dal Lions Club di Treviso. Dopo i saluti di Dino De Poli, presidente della Fondazione Cassamarca, di Gian Paolo Gobbo, sindaco di Treviso, di Marilena Miani Carre, presidente del Lions Club Treviso E. Duse e di Emilio Tessarin, vicepresidente del Coordinamento delle associazioni di volontariato della provincia di Treviso, interverrà il prof. Ferruccio Bresolin, curatore della ricerca, sul tema “Nuove e vecchie povertà in un territorio ad alto reddito”. Alle 10.30 si parlerà del ruolo delle Istituzioni pubbliche e del privato sociale con Vittorio Capocelli, prefetto di Treviso, Stefano Valdegamberi, assessore regionale alle Politiche sociali, Barbara Trentin, assessore provinciale alle Politiche sociali, Mario Frasson, presidente della Conferenza dei sindaci dell’Ulss 8, don Bruno Cavarzan, direttore della Caritas tarvisina e Giovanni Grillo, presidente del Coordinamento delle associazioni di volontariato trevigiane. Modera il prof. Ulderico Bernardi, dell’Università Ca’ Foscari di Venezia.
Il succo dello studio è che, purtroppo, gli “ultimi della fila” diventano sempre di più. Anche nella ricca Treviso. Un territorio un tempo immune da fenomeni di povertà, come la Marca trevigiana, si scopre oggi vulnerabile. Anziani, donne sole con figli a carico, famiglie numerose, giovani precari, disoccupati e lavoratori in mobilità con bassa qualifica: sono le fasce deboli a rischio povertà. Quelli che, se incappano in un periodo difficile e non hanno una rete famigliare di sostegno, bussano alla porta dei Servizi sociali dei Comuni. E sono proprio gli assistenti sociali e gli assessori dei Comuni della provincia di Treviso ad essere stati intervistati dai ricercatori dell’Università Ca’ Foscari di Venezia (Centro interdipartimentale di cultura ed economia della globalizzazione) per un’indagine conoscitiva sullo stato delle nuove e vecchie povertà. Individuare povertà e relativi rischi, interpretare i bisogni di chi è in difficoltà, infatti, diventa essenziale per tutti coloro che, a vario titolo – Istituzioni, privati, privato sociale, comunità ecclesiale – sono impegnati nell’aiuto ai più deboli. La ricerca, allora, può essere un punto di partenza per nuove collaborazioni, per sinergie tra istituzioni, privato sociale e volontariato.
La cartina di tornasole delle nuove povertà è costituita anche dai bilanci comunali. Dall’indagine emerge, ad esempio, che le Amministrazioni locali, nonostante i tagli dei trasferimenti e le magre entrate, hanno aumentato la spesa sociale dell’11,5 per cento in soli quattro anni: dai 72,8 milioni di euro complessivi nel 2004 agli 84,3 milioni del 2008, facendo salire la spesa pro capite per l’assistenza da 62 a 71 euro.