Gay Pride in 10 città. Sindaci in testa ai cortei
E' l'Onda arcobaleno
ROMA - Le bandiere arcobaleno sono sventolate ieri in tante città nel mondo, per celebrare, nella ricorrenza dei moti di Stonewall, la Giornata dell'orgoglio omosessuale e rivendicare il riconoscimento pieno dei diritti delle persone gay, lesbiche, bisessuali e transessuali (lgbt).
In Italia quest'anno niente Pride nazionale, ma l'Onda Pride, ovvero tanti appuntamenti in città diverse, con sindaci e amministratori locali che si sono messi alla testa dei cortei, chiedendo leggi contro l'omofobia e per tutelare le coppie di persone dello stesso sesso.
Sono dieci le città italiane che ieri sono scese in piazza; a Roma si è già manifestato il 7 giugno per celebrare il ventennale del primo Pride italiano, mentre Siracusa scenderà in piazza il 5 luglio e Reggio Calabria ha fissato il suo appuntamento per il 19 luglio. Ieri dunque migliaia di persone hanno manifestato ad Alghero, Bologna, Catania, Lecce, Milano, Napoli, Palermo, Perugia, Torino e Venezia.
Il capoluogo veneto ha celebrato il proprio 'Gay Pride' con una sfilata di circa 3 mila partecipanti che ha attraversato la città lagunare a suon di musica e balli. Un corteo piuttosto 'colorato' ma senza eccessi, partito dalla stazione Ferroviaria di Santa Lucia e addentratosi nel centro storico, in un crescendo di slogan a sostegno dell'orgoglio omosessuale e dei diritti civili per gay, lesbiche e trans.
Una manifestazione pacifica, anche perchè non c'è stata traccia finora delle annunciate proteste e azioni di disturbo che erano state ventilate attraverso i social network da aggregazioni e gruppi di estrema destra.
A Venezia sono giunti rappresentanti del mondo omosex e transgender da tutto il Veneto. La giornata veneziana dell'orgoglio omosessuale si concluderà in serata con uno spettacolo musicale al parco di San Giuliano, a Mestre.
Una mobilitazione che ha attraversato territori che hanno una tradizione di Pride come Bologna, Catania, Milano, Napoli, Torino e zone che celebrano per la prima volta questo evento, come Alghero e Lecce.
I vari Pride si sono mossi con modalità differenti: ha scelto la via della sostenibilitàquello di Milano; parata a piedi anche per Bologna, dove il Pride e ormai tradizione ventennale, e per Venezia, dove invece la manifestazione fa ritorno dopo un lungo periodo di assenza. Un pride stanziale è la soluzione trovata a Perugia, con un village lgbt all'interno della citta. Allarga l'orizzonte a tutto il Mediterraneo, infine, il Pride di Napoli, che candida la cittàpartenopea a polo di incontro e riflessione sui diritti per tutte le terre che affacciano sul Mare Nostrum.
A Torino, Napoli e Palermo, così come era stato il 7 giugno a Roma, i sindaci si sono messi alla testa dei cortei. A Milano lo ha fatto il vicesindaco, Ada Lucia De Cesaris; a Lecce è sceso in piazza il governatore pugliese Nichi Vendola; a Palermo oltre al primo cittadino, Leoluca Orlando, ha partecipato anche il governatore siciliano Rosario Crocetta che ha annunciato che subito dopo la finanziaria farà una legge sulle unioni civili.
Il tema delle unioni gay è stato il leit motiv sin dalla vigilia, quando Arcigay ha diffuso un finto selfie di Matteo Renzi (foto), con sulle guance dipinti i colori della bandiera arcobaleno. "Fai uno scatto in più e sposa l'uguaglianza" è l'invito rivolto al premier dalla storica associazione, che chiede una legge sul matrimonio tra persone dello stesso sesso. Alle manifestazioni in Italia hanno aderito anche molte associazioni studentesche e i parlamentari del Movimento 5 Stelle; questi ultimi "per ricordare al Governo che ancora l'Italia non ha approvato una legge volta al contrasto dell'omofobia, e che il nostro Paese risulta privo delle necessarie tutele giuridiche per le coppie omoaffettive".
A Parigi, il Pride è stato all'insegna della contestazione: un anno dopo la legalizzazione del matrimonio omosex, l'edizione 2014 ha fatto i conti con la delusione per la decisione del governo socialista di non aprire alla procreazione assistita per le lesbiche. Si protesta anche contro l'omofobia e le recenti decisioni della giustizia francese che ha negato l'adozione alle lesbiche dei bambini delle loro partner.