Normodotati e disabili insieme con la pallavolo
Presentato a Vittorio Veneto il progetto di inclusione “Time out” finanziato da fondi europei
| Claudia Borsoi |
VITTORIO VENETO – Atlete che praticano la pallavolo in gioco insieme alle atlete del sitting-volley. Parla di inclusione nello sport, di disabilità e di talenti femminili il progetto “Time out” finanziato da fondi europei e capitanato dall’asd UFS Phoenix di Paese presieduta da Carlo Urio che, dopo aver già sperimentato nel 2019 con successo un progetto premiato dall’Unione Europea e dedicato a pallavoliste italiane, serbe, croate e slovene, ora dà il via al nuovo progetto, questa volta allargato anche alle pallavoliste disabili che praticano il sitting-volley.
Il progetto “Time out”, arrivato primo a livello nazionale all’interno del bando Erasmus+, è stato presentato stamane, sabato, a Vittorio Veneto nella sala di rappresentanza del municipio. Presenti, oltre ad Urio, l’eurodeputato Gianantonio Da Re, il sindaco di Vittorio Veneto Antonio Miatto, per la provincia di Treviso il consigliere con delega ai progetti europei Diego Zanchetta, l’assessore ai fondi europei del comune di Belluno Simonetta Buttignon, il consigliere con delega ai progetti europei del comune di Alpago Elisabetta Bortoluzzi, il consigliere con delega allo sport del comune di Paese Camillo Silvello, per il Coni sezione di Treviso Mario Sanson e il valutatore europeo Giorgia Costalonga.
«ll progetto grazie al contributo europeo coinvolgerà anche persone con disabilità, con squadre che arriveranno anche da Croazia, Slovenia, Danimarca e Irlanda – ha spiegato Urio -, con l’obiettivo di coinvolgere più gente possibile».
“Time out” nella sua fase iniziale consentirà a 10 tra medici, fisioterapisti, allenatori ed arbitri, selezionati all’interno dell’asd UFS Phoenix, di vivere un’esperienza di formazione all’estero per imparare nuove metodologie di allenamento e non solo. Poi, di qui al 2024, sul territorio – a Vittorio Veneto, a Paese, a Belluno, ad Alpago e al Sant’Artemio a Treviso – saranno realizzati degli eventi che coinvolgeranno anche le associazioni di pallavolo del territorio.
«Si tratta – ha sottolineato Costalonga – di un progetto di partenariato pubblico-privato innovativo». «Oggi riusciamo a dimostrare che se c’è voglia, i contributi europei si ottengono» ha aggiunto Sanson. «Chi parteciperà al progetto, potrà – evidenzia Zanchetta - approfondire non solo competenze sportive, ma anche di team building e di problem solving». «Fare rete è fondamentale – ha detto Buttignon -, questo è uno strumento di sensibilizzazione e volano per una pratica sportiva». «Questi – le parole di Silvello – sono soldi spesi bene, permettendo di aggregare attorno ad uno stesso sport normodotati e disabili». «Testimoniamo – le parole di Bortoluzzi – che anche un piccolo comune come Alpago può essere protagonista di un progetto europeo». «Un progetto che parla non solo di sport – ha detto Da Re – ma anche di disabilità e che testimonia il buon uso dei fondi europei, mettendo insieme due territori, quello trevigiano e quello bellunese».