Ospedale di Treviso, nuovo strumento per lo screening oculistico dei neonati alla Terapia Intensiva Neonatale
L'oftalmoscopio indiretto è stato donato dal Rotary Club Treviso Terraglio
| Isabella Loschi |
TREVISO - La Terapia Intensiva Neonatale (TIN) dell’ospedale Ca’ Foncello di Treviso, diretta dalla dottoressa Paola Lago, si è potuta dotare di un utilissimo oftalmoscopio indiretto grazie alla donazione effettuata dal Rotary Club Treviso Terraglio. Può apparire inconsueto che uno strumento che eroga una fonte luminosa utile per la visione del fondo dell’occhio e della retina venga utilizzato in un reparto dedicato ai pazienti più piccoli, ma è proprio grazie a questo tipo di indagine, eseguita con la collaborazione del reparto di Oculistica, diretto dal dottor Giuseppe Scarpa, e con il contributo del dr Nicola Leuzzi, che settimanalmente tutti i neonati a rischio Retinopatia della Prematurità (ROP) vengono sottoposti a controlli.
La ROP è una complicanza oculare che si verifica nei bambini estremamente prematuri, particolarmente in quelli che nascono tra la 23 e la 28 settimana di gestazione, dovuta soprattutto al fatto che a queste precoci età gestazionali i vasi della retina sono estremamente immaturi. Questo può favorire una crescita anomala dei vasi retinici del neonato con esiti anche gravi per il piccolo paziente quali l’ipovisione o, peggio, la cecità. Per questo i neonati pretermine, ricoverati in TIN, durante la loro degenza sono sottoposti a screening oculistico con controlli a partire dalle 4-5 settimane di vita. In tal modo si intercettano quei casi in cui i vasi retinici si stanno sviluppando in modo anomalo e si può intervenire, se necessario, con le metodiche più appropriate.
“Poter disporre di un oftalmoscopio indiretto dedicato ai neonati è molto importante per l’attività di screening effettuata in TIN - dichiara il direttore generale, Francesco Benazzi -. Ringrazio di cuore il Rotary Club Treviso Terraglio, presieduto da Riccardo Piazza, che ha dimostrato grande sensibilità aiutandoci a migliorare le cure fornite ai nostri piccoli pazienti”.
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