Ipertrofia prostatica, il dottor Morana tra i primi esperti in Italia per l'innovativo trattamento mininvasivo
Responsabile dell’Urologia della Casa di Cura Giovanni XXIII di Monastier, ha adottato il nuovo dispositivo iTind
| Isabella Loschi |
MONASTIER – L’ipertrofia prostatica benigna è una condizione molto comune, che interessa circa 6 milioni di uomini italiani: circa il 50% degli over 50 e l'80% degli over 80 affronta ogni giorno i sintomi collegati all’ingrossamento della prostata.
In Veneto con oltre un milione di uomini over 50, il disagio può arrivare a interessare oltre 500mila pazienti. Per rispondere a questi fastidiosi sintomi è disponibile un nuovo trattamento, un dispositivo mininvasivo che può essere inserito senza interventi chirurgici, senza impianti permanenti e senza l'utilizzo di cateteri.
Il dottor Carmelo Morana, responsabile dell’Urologia della Casa di Cura Giovanni XXIII di Monastier è tra gli esperti italiani che ha adottato il nuovo dispositivo mininvasivo per il trattamento dell’iperplasia prostatica benigna.
Si chiama iTind, è un brevetto israeliano distribuito da Olympus e sviluppato per trattare in modo mininvasivo i sintomi dell'ipertrofia prostatica. È realizzato in nitinol, una lega di nichel e titanio con memoria di forma, capace cioè di mantenere e recuperare la sua forma originale anche dopo essere stato deformata termicamente. Viene inserito ripiegato tramite una sonda attraverso l’uretra e si apre a "ombrello", ritornando della sua forma originaria all’ interno dell'uretra prostatica. La procedura d’inserimento, in anestesia locale o lieve sedazione, dura 5-10 minuti e il paziente può tornare a casa poco dopo. Il dispositivo rimane in posizione per 5-7 giorni, esercitando una compressione meccanica che rimodella i tessuti prostatici e del collo della vescica, ricreando delicatamente i canali per consentire la fuoriuscita dell’urina. Viene poi rimosso in ambulatorio, permettendo un rapido sollievo dai sintomi e un ritorno immediato alle attività quotidiane senza richiedere un catetere.
“Questo trattamento mininvasivo nella mia esperienza si è rivelato particolarmente utile - afferma il dottor Morana - non solo per gli uomini over 50 con ipertrofia prostatica benigna ma anche per quei pazienti giovani, trentenni e quarantenni, che non presentano una prostata ingrossata ma che soffrono comunque di disturbi delle basse vie urinarie a causa della sclerosi del collo della vescica: poter risolvere un’anatomia problematica come la sclerosi del collo in un modo rapido, indolore e senza impatto sulla sessualità di questi pazienti è un risultato importante”.
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