VITTORIO VENETO - "Pensando alla santità di mons. Albino Luciani (foto sopra), possiamo sicuramente dire che si è trattato di una santità molto normale, vissuta nei ritmi e nelle forme di una vita ordinaria. Non troviamo nella sua esistenza fatti particolarmente clamorosi o che abbiano destato stupore e meraviglia, eccezion fatta per la morte improvvisa e inattesa. Per il resto la sua è stata la vita di un cristiano che ha saputo corrispondere con generosità e fedeltà, nella vita di ogni giorno, alla chiamata del Signore".

Lo afferma il vescovo di Vittorio Veneto, mons. Corrado Pizziolo (foto sotto), in un editoriale che verrà pubblicato sul settimanale diocesano L'Azione. In vista della beatificazione di Luciani, vescovo per 11 anni della diocesi trevigiana, poi a Venezia e infine salito al Pontificato, Pizziolo sottolinea che "non ha mai cercato né cariche né promozioni. E tuttavia quando le responsabilità sempre più pesanti gli sono state caricate sulle spalle, le ha vissute con grande fiducia e serenità, confidando nella presenza fedele del Signore. Il motto episcopale che egli ha scelto, 'Humilitas', è davvero espressione di una vita spirituale che ha fatto affidamento esclusivamente sulla provvidenza paterna e fedele del Signore".

Pizziolo ne ricorda poi la figura di "comunicatore immediato ed efficace della buona notizia del vangelo. La facilità con cui trasmetteva contenuti anche impegnativi e difficili della fede cristiana nasceva certamente dalla sua preparazione teologica, ma più profondamente dalla sua esperienza di fede originata, come era solito dire, sulle ginocchia della mamma e sempre fedelmente mantenuta. Una vicenda spirituale, dunque, quella di mons. Luciani, che costituisce un grande incoraggiamento per ogni battezzato a vivere la propria vita cristiana come chiamata alla santità. Il prossimo Beato ci ricorda che questa chiamata non si realizza andando alla ricerca di esperienze o imprese straordinarie, ma accogliendo e vivendo, nel percorso ordinario della vita, l'appello del Signore Gesù 'Venite! Non temete! Se rimanete uniti a me porterete molto frutto'".

Una statua per riapertura 'Oasi' a Cencenighe 

Nel frattempo riapre domenica dopo quattro anni l'"Oasi Papa Luciani" di Ghisel, a Cencenighe (Belluno), danneggiata pesantemente dalla tempesta Vaia che ha colpito la valle del Cordevole nel 2018. Con la disponibilità di amici e sostenitori dell'Oasi, nata nel 1978 grazie a don Ettore Fornezza, già segretario particolare del Patriarca di Venezia Albino Luciani, il sentiero è stato ripristinato.

A rendere possibile il recupero sono stati i fondi stanziati dalla Regione Veneto e utilizzati dal Comune di Cencenighe. "Sono commosso ed emozionato - commenta Fornezza -. Non poter raggiungere Ghisel per 4 anni mi creava ansia e preoccupazione.

Questo piccolo angolo di Paradiso nato nel 1978 con l'aiuto e per volontà di Papa Luciani, è il mio rifugio e quello di tanti fedeli e parrocchiani veneziani che ancora oggi amano e pregano Giovanni Paolo I. Papa Luciani, dall'alto, ha sempre vegliato su di noi e quest'anno, in onore della sua beatificazione abbiamo portato a Ghisel una statua di bronzo che lo rappresenta che mi era stata donata ai tempi in cui ero delegato patriarcale a Torcello. Sarà una bella sorpresa per tutti coloro che arriveranno". Sarà presto attivo anche il nuovo impianto di pannelli fotovoltaici che daranno a Ghisel energia pulita e consentiranno di dare luce ed elettricità a tutta l'Oasi, progetto realizzato grazie al contributo ricevuto dal Comune di Venezia.