PATTO DI STABILITA': LA REGIONE "LIBERA" SEI MILIONI DI EURO
In lista la Provincia e 22 Comuni. Ma Roncade minaccia ricorsi
| Mauro Favaro |
TREVISO – Per le casse pubbliche arriva una boccata di ossigeno da quasi 6 milioni. La Regione, infatti, ha allargato l’ombrello del cosiddetto Patto di stabilità verticale e, dopo i primi 3,7 milioni “liberati” a Paese, Ponte di Piave, Ponzano, Valdobbiadene e Volpago, ha assicurato un allentamento dei vincoli di spesa anche ad altri 22 Comuni del trevigiano. Più la Provincia.
Da Venezia non arriveranno denari, ma la garanzia per poter mettere mano ai fondi che, pur essendo già nelle casse dei municipi, sono ad ora erano congelati dal piano di contenimento delle uscite. «Il meccanismo del Patto è demenziale e perverso – sbotta l’assessore regionale al Bilancio, Roberto Ciambetti – mi auguro che gli enti locali usino queste disponibilità per pagare le ditte fornitrici che aspettano il saldo delle proprie spettanze».
Il Sant’Artemio recita la parte del leone. La giunta Muraro, infatti, potrà contare su 2,6 milioni in più del previsto. Poi ci sono i Comuni: Conegliano (453 mila euro), Vittorio Veneto (321 mila), Montebelluna (269 mila), Oderzo (237 mila), Farra di Soligo (203 mila), Carbonera (188 mila), Preganziol (178 mila), Castello di Godego (170 mila), Villorba (161 mila), Quinto (142 mila), San Polo (132 mila), San Zenone (124 mila), Sernaglia (117 mila), Riese Pio X (114 mila), Borso del Grappa (100 mila), Silea (100 mila), Codognè (96 mila), Vazzola (70 mila), Cornuda (60 mila), Crocetta (50 mila), San Fior (40 mila) e San Biagio (20 mila euro).
Tutto bene? No. Roncade non c'è perché nel biennio 2009/10 non ha rispettato il Patto di stabilità. E il sindaco Simonetta Rubinato, su tutte le furie, minaccia ricorsi.
«Zaia chiede a Monti di cambiare le regole del Patto, ma intanto ha adottato proprio il rispetto di quel Patto, che ora contesta, come criterio per il riparto di queste somme – attacca l’onorevole del Pd – presenteremo ricorso contro una decisione illegittima e ingiusta che esclude una sessantina di Comuni colpevoli di aver già pagato le imprese».