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I pellegrini-ciclisti di Negrisia arrivano a Gerusalemme

La conclusione dopo 1273 km percorsi tra Italia, Grecia e Israele, un dislivello totale di 7750 metri e ben 48 ore di sella

| Gianandrea Rorato |

| Gianandrea Rorato |

I pellegrini-ciclisti di Negrisia arrivano a Gerusalemme

PONTE DI PIAVE - Alle ore 14:30 del 19 agosto, i sei ciclisti-pellegrini partiti da Negrisia due settimane fa, sono finalmente giunti a Gerusalemme, concludendo ufficialmente la NEGRISIA-JERUSALEM, dopo 1273 km percorsi tra Italia, Grecia e Israele, un dislivello totale di 7750 metri e ben 48 ore di sella.

Mauro Tomasella, ideatore e organizzatore del progetto, Denis Ruffoni, Massimo Sartori, Fabrizio Rizzo, Silvano Carrer e il campione italiano ed olimpico Angelo Ciccone, hanno salutato Nazareth alle sei e trenta del mattino e si sono messi in strada adottando un andamento morbido e costante, che consentisse loro di preservare le forze per quei tratti più ostici, tutti in salita, alcuni con pendenza oltre il 18%, concentrati soprattutto negli ultimi chilometri.

A Beit She’an hanno imboccato la statale 90 verso sud; sono entrati in territorio palestinese e hanno costeggiato i confini della Giordania, lungo la fertile valle del fiume Giordano, nelle cui acque Gesù fu battezzato da Giovanni il Battista. Si sono concessi una sosta nella caratteristica città di Jericho che, insieme a Damasco, sembra aver meritato l’appellativo di città più antica al mondo, grazie alla scoperta di recenti reperti archeologici che ne daterebbero la fondazione a ben 8000 anni prima della nascita di Cristo

. Sulla via per Gerusalemme i sei temerari hanno fatto tappa al monastero di San Giorgio di Koziba, peculiare edificio greco-ortodosso concepito su tre livelli ed eretto sul versante roccioso del Deserto di Giuda, una costruzione tanto affascinante, quanto misteriosa, scavata nella pietra, la cui pianta originale risale al VI secolo d.C. Fu distrutto dai Persiani e versò in uno stato di abbandono fino all’arrivo dei crociati che lo restaurarono, ma fu solo nel 1878 che il monaco greco Kallinikos lo ricostruì completamente. Questo luogo suggestivo e silenzioso, ancora oggi meta di turisti e curiosi, ha stregato pure il Team Querin, che si è mescolato ai visitatori per qualche selfie-ricordo, prima di lanciarsi - è proprio il caso di dirlo - verso la meta.

A Gerusalemme sono arrivati stremati, ma contenti. Hanno scalato il Monte degli Ulivi, sulla cui sommità, pronti ad accoglierli e festeggiarli, li attendeva il copioso gruppo di famigliari, amici e sostenitori, giunti dall’Italia il 15 agosto per sostenerli e trascorrere insieme a loro qualche giorno vacanza. “Sono pienamente soddisfatto”, afferma Mauro Tomasella. “Abbiamo superato ostacoli e difficoltà ed eccoci qui, sul Monte degli Ulivi ancora tutti insieme. Siamo veramente un grande gruppo, noi, i ciclisti di Don Bepi!”, riferendosi a Don Giuseppe Querin, il sacerdote dell’Opitergino-Mottense, mancato nel 2018, che amava la Terra Santa e al quale è dedicato il progetto NEGRISIA-JERUSALEM. La sera, all’hotel Ambassador di Gerusalemme, il gruppo dei ciclisti e dei sostenitori ha brindato alla conclusione di questa fantastica avventura alla presenza di Monsignor Giacinto Boulos Marcuzzo, Vescovo Ausiliare Emerito del Patriarcato Latino a Gerusalemme, che ha voluto partecipare alla gioia della comitiva italiana. Ciclisti e sostenitori rientreranno in Italia lunedì 22 agosto.

 



Gianandrea Rorato

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