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23 aprile 2024

Castelfranco

Penuria di figure tecniche per le aziende. Bertolo: «Bisogna tornare a investire sull’orientamento scolastico».

Da 30 anni inserito nei rapporti tra scuola e lavoro, Bertolo esamina le cause della diminuzione degli studenti di istituti tecnici e professionali, fornendo una via d'uscita.

| Leonardo Sernagiotto |

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Penuria di figure tecniche per le aziende. Bertolo: «Bisogna tornare a investire sull’orientamento scolastico».

CASTELFRANCO - «Purtroppo sono arrivate al pettine le conseguenze della riforma Gelmini, che ha snaturato l’istruzione professionale: una scelta sbagliata, passata quasi inosservata anche da parte delle associazioni artigianali e industriali, che oggi sono i primi a pagarne le conseguenze». Non usa mezze misure Mario Bertolo, impegnato da oltre 30 anni nel rapporto tra scuola e mondo del lavoro, nel commentare le difficoltà che artigiani e industriali hanno nel reperire tecnici da assumere o da avviare all’imprenditorialità.

«La riforma Gelmini – continua Bertolo, ex-insegnante e ora collaboratore dell’ITS Meccatronico Academy Veneto – favorendo la licealizzazione della scuola superiore, ha provocato un graduale e continuo ridimensionamento dei percorsi tecnici e professionali, soprattutto perché quest’ultime nell’immaginario comune sono diventate scuole meno prestigiose». I numeri parlano chiaro: limitandoci a Castelfranco, l’Ipsia Galilei ha la metà degli studenti di 20 anni fa, mentre l’Itis Barsanti fatica a mantenere gli stessi numeri.

La situazione si è aggravata di anno in anno, con la domanda di figure tecniche e professionali in continua crescita e, di contro, l’offerta drammaticamente insufficiente, emergenza che ha spinto le associazioni di categoria ad attivarsi nel tentativo di invertire la rotta, come l’iniziativa messa in campo da Confartigianato Imprese Castelfranco.

Secondo Bertolo la soluzione è una sola: «Bisogna assolutamente tornare a investire sull’orientamento scolastico, facendo capire a studenti e famiglie che scegliere scuole professionali e tecniche garantisce molto di più di altri percorsi, come la prosecuzione degli studi all’università, l’Iscrizione alla formazione superiore negli ITS o il sicuro inserimento lavorativo».

In questa visione, per Bertolo sono proprio gli ITS uno degli strumenti migliori: «Il biennio di formazione tecnica superiore garantisce maggiori conoscenze e competenze tecniche, favorendo allo stesso tempo un graduale e sicuro inserimento lavorativo, grazie alle 2000 ore trascorse in azienda, in laboratorio e in aula». Un percorso supportato anche dal presidente Mario Draghi, che trova nelle altre economie europee una più estesa applicazione: se in Italia gli studenti che si iscrivono a percorsi ITS sono circa 25 mila, in Germania sono quasi 300 mila e in Francia oltre 160 mila.

 


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