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28 marzo 2024

Vittorio Veneto

Profughi chiedono la pay tv, scoppia la polemica

Calderoli: "Renzi a casa!". Coisp: "Chi di dovere si attiverà per dargliela"

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Profughi chiedono la pay tv, scoppia la polemica

VITTORIO VENETO - "Vergognosa protesta dei cosiddetti profughi che a Vittorio Veneto pretendevano di vedere la Coppa d'Africa sui canali a pagamento: alla faccia dei nostri anziani e disoccupati che non arrivano a fine mese! Basta con il governo Renzi e i buonisti di sinistra". A prendere la parola sull'episodio avvenuto al Ceis di Vittorio Veneto, Roberto Calderoli, Vice Presidente del Senato. "Eccoli ancora una volta smascherati, i presunti "profughi" - continua Calderoli - già in passato avevano protestato per il menu non di loro gradimento, sabato invece si sono ribellati pretendendo, oltre alla tv satellitare che già garantiamo loro (coi nostri soldi, mentre gli anziani e i disoccupati italiani se la sognano) anche i canali a pagamento per potersi guardare alla faccia nostra la Coppa d'Africa!".

 

"Altro che fuggire dalla guerra - afferma il senatore leghista - questa è gente che grazie ai buonisti di sinistra e alla compiacenza del governo Renzi, ha scambiato l'Italia per il Paese di Bengodi". "Se non la smetteremo di garantire loro viaggio, vitto, alloggio e ogni comfort - avverte l'esponente della lega Nord - continueranno a partirne sempre di più per sistemarsi in Italia". "Finché non ci sbarazzeremo di questo governo, complice di chi lucra sull'immigrazione, non risolveremo mai il problema; perciò - conclude Calderoli - non prendete impegni per sabato 28 febbraio: tutti a Roma in Piazza del Popolo, per urlare "Renzi a casa"!".

 

Sulla vicenda, è interevenuto anche il sindacato di polizia Coisp, che si è chiesto se sia tollerabile dover intervenire "anche per sedare le risse fra stranieri" motivate da simili ragioni. Il segretario generale del Coisp, Franco Maccari, prevede che ora "chi di dovere si attiverà per dotare le strutture di abbonamenti alle pay tv". "Noi, intanto - prosegue - continuiamo a fare i conti con turni senza orario, con servizi svolti senza il minimo dei presidi necessari a garantire la nostra salute, con carenze che dobbiamo fronteggiare a nostre spese, con le botte che non di rado prendiamo da certi immigrati e con paghe da fame - conclude Maccari - che non ci consentono di far arrivare a fine mese in condizioni dignitose le nostre famiglie".

 

 

 



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