Proteste "No Green Pass": "Vedo solo tanta confusione"
Il sindaco Conte torna sulla manifestazione e condanna i modi
| Isabella Loschi |
TREVISO - “Vedo tanta confusione nelle manifestazioni e sinceramente non ho ancora capito il tema della protesta: c’è chi è contro il Green Pass ma si dice a favore del vaccino; c’è chi è contro tutti e due e chi parla di complotti. Se il loro obiettivo è fare casino per ottenere spazio sui media, ci stanno riuscendo, ma fino a un certo punto”. Queste le parole del sindaco Mario Conte sulla manifestazione di Treviso, contro l’obbligo del Green pass e contro i vaccini andata in scena sabato pomeriggio in piazza dei Signori a Treviso.
In piazza circa 500 persone con cartelli e cori per ribadire “libertà”. “Abbiamo sentito urlare in piazza la difesa della libertà, dei diritti. Ritengo sia da tutelare il diritto di poter svolgere il proprio lavoro: è inaccettabile vedere le scene di spintoni e insulti ai giornalisti che stavano semplicemente documentando per dare spazio anche alle voci di chi protesta”.
Manifestanti sabato in piazza dei Signori
“Manifestare è un diritto - ribadisce il primo cittadino - ma tra gli slogan riconosco alcuni contenuti delle lettere di minacce ricevute”. Conte si riferisce alla cartolina arrivata venerdì scorso in municipio a Cà Sugana e indirizzata a lui con minacce e offese.
Ed ora l’attenzione si sposta già al prossimo fine settimana quando sarà già in vigore l’obbligo del Green Pass per accedere a ristoranti e locali al chiuso. I manifestanti pare non abbiano intenzione di mollare, ribadivano sabato in piazza, ma il sindaco al momento non ha intenzione di far chiudere o transennare la piazza. “Le decisioni in tema di sicurezza spettano a Questura e alla Prefettura ma al momento, protesta o meno, non non chiuderemo le piazze”.
“Una piazza in cui le mascherine erano completamente assenti e il distanziamento era solo parzialmente garantito - aggiunge Luigi Calesso portavoce di Coalizione Civica - unicamente perché i partecipanti erano alcune centinaia non toglie, però, l’amarezza di sentire scanditi slogan e di vedere cartelli in cui si parla di “dittatura nazisanitaria” o volantini sulla “segregazione tecno-sanitaria” in cui si passa senza soluzione di continuità dai vaccini al 5G, alla “manipolazione genetica di massa”.
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