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18 aprile 2024

Treviso

PROVINCE, RICORSO ALLA CORTE COSTITUZIONALE CONTRO IL TAGLIO

E per protesta Muraro è pronto ad azzerare le tasse

| Mauro Favaro |

| Mauro Favaro |

PROVINCE, RICORSO ALLA CORTE COSTITUZIONALE CONTRO IL TAGLIO

TREVISO – «Abbasserò tutte le tassazioni al minimo consentito dalla legge». E’ questa la rabbiosa reazione di Muraro alla presentazione del decreto «Salva-Italia» che prevede l’azzeramento delle giunte provinciali, sostituite da un coordinamento di dieci sindaci senza portafoglio, perché spalmato tra Comuni e Regione, entro e non oltre il 30 aprile dell’anno prossimo.

Perché ritrovarsi alla guida di un ente morto che cammina non fa piacere a nessuno. Come non farebbe piacere a nessuno pagare le tasse per tenere in piedi chi sta per chiudere i battenti. E Muraro coglie la palla al balzo. «Se sono nell’impossibilità di redigere il bilancio visto il caos che adesso ruota attorno all’esistenza dell’ente, allora prenderò un provvedimento altrettanto improvviso per i cittadini – è la provocazione che ha lanciato davanti all’assemblea nazionale dell’Unione delle Province (Upi) andata in scena ieri a Roma – abbasserò al minimo Ipt, Rc Auto, addizionale Enel e tutte le tassazioni nei confronti del territorio». Insomma, muoia Sansone con tutti i Filistei.

Nel frattempo oggi, a Padova, l’Upi del Veneto, presieduta proprio da Muraro, incaricherà un costituzionalista per studiare quanto inserito dal presidente Monti nel suo provvedimento e su questa basa presentare poi ricorso alla Corte Costituzionale. Anche se la decisione di lasciare il futuro delle Provincie in mano al Parlamento, che pare stia maturando proprio in queste ore, potrebbe far tornare tutti a più miti consigli.

«Queste decisioni devono essere prese dalla politica che poi risponde ai cittadini, non dalla nomenclatura – sospira Muraro – perché chi non è nemmeno stato eletto dei cittadini non può mandare a casa altri, questi si eletti dai cittadini, con un blitz dittatoriale, in pieno stile Pinochet».

Tradotto: Monti non può far morire così le Province, senza uno straccio di riforma costituzionale. «Ora c’è una dittatura cattocomunista, guidata da un presidente della Repubblica di estrazione marxista che ha nominato un bancario messo lì dalla finanza, mai votato da nessuno, che non può mandare a casa la gente – conclude furioso – senza il Parlamento si rischia un golpe antidemocratico e anticostituzionale».

 


| modificato il:

Mauro Favaro

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