RESANA COME JESOLO, MA LA SPIAGGA ERA TUTTA ABUSIVA
Posto sottosequestro il laghetto Castelminio nato per la pesca sportiva. C’erano ombrelloni, sdrai e pure il chioschetto
Resana – Era stata creata una vera e propria spiaggia con ombrelloni e tanto di chiosco dove poter andare a sorseggiare qualcosa di fresco. Tutto abusivo. E quindi tutto posto sotto sequestro amministrativo dai Carabinieri di Castelfranco e dal Nas.
Si tratta del laghetto di via Santa Brigida a Castelminio di Resana, ufficialmente destinato alla pesca sportiva. Il laghetto risulta di proprietà dell’associazione sportiva dilettantistica Club “Le Giarrette”.
Il rappresentante legale dell’associazione è un 53enne di Resana, B.R. Su un tratto di riva di circa 90 metri erano stati collocati 28 ombrelloni e 45 sedie sdraio.
Inoltre all’ingresso c’era tanto di cartello con scritto “per spiaggia obbligo tessera e biglietto ingresso - tessera euro 2 - mezza giornata euro 5 - giorno intero euro 8 a persona”. Quindi per entrare si pagava il biglietto di ingresso, come in uno stabilimento balneare vero e proprio. E questo senza che tra l’altro ci fosse neppure il bagnino.
Sono stati posti sotto sequestro tutti i locali dello stabilimento, che si è stimato abbia un valore complessivo di circa 800mila euro.
Tra questi ci sono anche quelli adibiti al confezionamento e alla somministrazione di alimenti, senza alcuna autorizzazione sanitaria e senza agibilità: una baracca in legno di circa 30 metri quadri adibita a bar dove c’era un camino con griglia, un frigorifero, una piastra elettrica, una friggitrice, ed un locale di circa 8 metri quadri usato per depositare derrate alimentari ed attrezzatore per la cottura degli alimenti.
Le irregolarità al laghetto di Castelminio sono venute alla luce con dei controlli congiunti da parte della Compagnia di Castelfranco ed il Nas che oltre Resana hanno riguardato pure Castelfranco. Sono state identificate 87 persone e 5 sono state sottoposte a misure di prevenzione controllate. Sono stati controllati 55 veicoli con 10 posti di blocco.
Matteo Ceron