Revine e Tarzo unite. Da un ponte
Un progetto che salvaguarda la natura, e i rospi
REVINE LAGO/TARZO - Un ponte in legno unirà Revine Lago e Tarzo. Verrà costruito nel punto dove i due laghi, di Lago e di Santa Maria, si toccano per unire anche i due comuni. E’ uno dei punti salienti del progetto del parco dei laghi della vallata analizzato venerdì in un convegno a Revine da esperti, amministratori comunali e provinciali.
“Il parco dei laghi è stato istituito nel 2011 con il contributo regionale e progetto congiunto dei comuni di Revine e Tarzo, da allora è in vigore il piano ambientale- ricorda il sindaco di Revine Michela Coan- Abbiamo presentato alla Regione domanda di contributo di 450 mila euro, che dovrebbe avere l’ok entro fine ottobre. Un progetto per il parco di interesse locale che prevede il completamento dei percorsi pedonali, il ponte che unirà i due laghi, totem informativi, bacheche e quattro rospidotti, piccoli tunnel per i rospi, nella zona di Colmaggiore, per aiutarli a passare dal loro habitat ai laghi”.
“E’ un progetto nuovo che unisce i due comuni- spiega Gianangelo Bof, sindaco di Tarzo- Il parco diventa così una cosa sola, con lo scopo di preservare la natura di questi luoghi. La volontà delle due amministrazioni è tutelare le risorse dell’area, in collaborazione con il parco archeologico del Livelet. L’inizio lavori è per l’estate del 2015”. Una zona dove ancora regnano il silenzio e le palafitte da sfruttare turisticamente certo, ma senza eccessi, per tutelare l’ambiente il più possibile. “Con il progetto verranno ulteriormente messi in sicurezza i rospi che svolgono il loro lavoro di ecologia sulle montagne- spiega il biologo Carlo Scoccianti-I rospi vanno ai laghi solo per deporre le uova, poi ritornano sui monti. Per aiutarli nel passaggio verranno realizzati quattro mini tunnel di attraversamento. Dopo quelli sul Montello, questi sono i primi rospidotti in questa realtà”.
Una zona, quella montana tra Revine e Tarzo, è stato detto dagli esperti, che è ancora non del tutto contaminata, tanto che ha visto recentemente anche il passaggio dell’orso. “Segno che questi posti sono ancora sani- sottolinea il biologo Renato Semenzato- Questa valle ha forti caratteristiche di biodiversità e se l’orso sceglie queste zone è un bio indicatore, ovvero l’ambiente è ancora sano. Questa realtà va certamente gestita con oculatezza”.
“I progetti scolastici “A scuola nei parchi-guardiani della natura”che hanno interessato gli studenti delle elementari per far conoscere le aree protette e i rospi bufo bufo vanno certamente estesi anche ad altre scuole- affermano i sindaci Coan e Bof- Il parco del Livelet potrebbe diventare punto di partenza per ulteriori percorsi didattici naturalistici, ma il tutto sempre tutelando al massimo la natura”. Lungo le aree pubbliche e private dei due laghi la prospettiva è riconvertire l’agricoltura al biologico. Il parco archeologico didattico del Livelet da metà febbraio a fine agosto 2014 ha fatto registrare 20 mila presenze.
S.R.