La Rocca di Asolo, simbolo della città, torna nuovamente fruibile
Domani riapre al pubblico l’importante monumento storico che era chiuso per restauri dal 2017
ASOLO - Asolo riapre la sua Rocca: chiusa dal 2017, da domani, di nuovo aperta ai visitatori. Muri che custodiscono le tracce di quasi un millennio di storia, oggi reinterpretati in chiave moderna, ma senza falsare quanto è stato vissuto nei secoli in cima al Monte Ricco. Un luogo particolarissimo datato con certezza alla fine del 1100 grazie ad un piccolo soldino veneziano trovato negli scavi, che con i suoi muraglioni straordinariamente imponenti e inusuali per l'epoca, offre una visione dall'alto, notevole.
Un lavoro di equipe, delicato e costoso, che nei mesi scorsi non ha mancato di stupire gli asolani con alcuni momenti peculiari, come il trasporto con l'elicottero (secondo intervento del genere in Italia) delle rampe in acciaio corten, ciascuna del peso di una tonnellata. Il restauro proseguirà con gli ultimi dettagli, ovvero il completamento della zona di accoglienza, per cui è arrivato al comune un ulteriore fondo di 200 mila euro dal Ministero dei Beni culturali, che si aggiunge ai 340 mila del progetto iniziale di restauro.
Si passa da una visione più romantica del Medioevo, come è stata quella proposta a fine anni '80 dall'architetto Manlio Brusattin di Asolo, della scuola di Scarpa, con la famosa scala in legno, ad una visione più moderna e potente, che si confronta con materiali resistenti nel tempo, ma non impattanti, che "leggono" anzi, scoprono, le varie anime che la Rocca ha avuto nel tempo. "Il restauro è sempre una scelta - ricorda Brusattin - noi partivamo dall'idea che i manufatti dell'uomo, non sempre gli sopravvivono".
La nuova scala in ferro che porta ai torrioni, rende ancora più ampio lo spazio interno, i muri puliti, conservano le tracce di scale più leggere e maneggevoli del passato, degli incendi che già a partire dal 1300 hanno devastato le casupole e gli interni della rocca. La torre, peculiare anch'essa, perché accessibile solo dall'alto, era il baluardo della fortezza. L'impresa di restauro inizia nel 2016, con la segnalazione di alcuni crolli di merli. Correlato al progetto, uno studio particolare dei materiali usati e una lettura stratigrafica, realizzata dall'architetto Francesco Doglioni.
Un primo tour in Rocca, in attesa dell'apertura del sito al pubblico di domani, è avvenuto alla presenza delle autorità. Oltre al sindaco Mauro Migliorini, giustamente orgoglioso del traguardo raggiunto e la sua giunta, la Rocca è stata salutata da Federico Caner, assessore alla Cultura e al Turismo della Regione Veneto, dall'onorevole Angela Colmellere, della VII Commissione Cultura della Camera dei Deputati, Renata Casarin, Direttore segretario regionale del MIBACT per il Veneto, Fabrizio Magani, soprintendente dell'area metropolitana di Venezia, con le province di Belluno, Padova e Treviso, oltre che da Luigi Girardini, direttore lavori, Ian Alessandro Ferrarato e l'architetto asolano Davide Stona.
"Questo luogo è particolare - ha sottolineato l'onorevole Colmellere - è un luogo dai tanti "sentire" che va valorizzato, per recuperare la storia a 360 gradi". Il paesaggio che si ammira sopra le mura, non lascia addito a dubbi. Dovunque l'occhio scorra, dal Grappa al Tempio del Canova, dalle abitazioni asolane e poi via via lungo la pianura, fino a Venezia, è un tripudio di verde, in cui si incastonano con armonia le costruzioni umane.
Uno sguardo dall'alto che diventa un punto di vista mentale: "Asolo - conclude l'assessore Caner - ha tante anime, ed è inserita in un circuito turistico maestoso, che passa attraverso il cibo, il buon vino, il paesaggio visto da un parapendio, la storia e va valorizzato e fatto raggiungere. Dispiace confessare che questa è, purtroppo, la mia prima volta in Rocca, ma sono estremamente felice di essere qui, oggi".