La scuola aiuterà i nostri ragazzi a superare questa difficile esperienza
A "OggiTreviso", il presidente nazionale dei presidi itaiani, Antonello Giannelli
NORDEST - Proprio un anno fa, di questi tempi, la scuola è entrata, come si suol dire, nell'occhio del ciclone. Un anno pandemico durante il quale è stato scoperchiato il "vaso di Pandora". Antonello Giannelli, il presidente dell'Associazione nazionale dei Presidi, ha accettato di descrivere a "OggiTreviso" lo stato dell'arte.
Presidente, lunedì nella maggior parte d’Italia gli studenti delle superiori sono tornati sui banchieri di scuola: era ora?
Con la ripresa della frequenza degli istituti superiori di Puglia, Calabria, Basilicata, Sardegna, Veneto, Friuli-Venezia Giulia e Campania quasi un milione di ragazzi è rientrato in classe. Si tratta di un momento molto importante per la comunità scolastica in questo difficile periodo.
Cosa prevede nelle prossime settimane?
Ora è di fondamentale importanza che alunni e studenti osservino, anche all’esterno delle scuole, le stesse regole di profilassi sanitaria che vengono rispettate al loro interno: distanziamento, mascherine e sanificazione. In caso contrario rischiamo che, ancora una volta, atteggiamenti sbagliati esterni abbiano una ricaduta negativa sulla frequenza in presenza.
Il timore, neanche troppo celato, è che si possa ritornare alla DaD: l’anno scolastico sarebbe inevitabilmente compromesso. Concorda?
No perché credo che la didattica a distanza, così come è stata praticata da settembre con maggiore rigore e omogeneità rispetto all’anno scorso, abbia una sua validità. Certo, non può sostituire in toto la didattica in presenza ma in questa situazione non vi è alternativa. L’anno scolastico, sia pur con carenze formative che andrebbero verificate, non sarà compromesso.
Realisticamente e dal suo osservatorio privilegiato: come sta la scuola italiana?
La scuola italiana ha dimostrato di saper reagire agli imprevisti e di sapersi riorganizzare. Non dobbiamo dimenticare che, da mesi, i dirigenti scolastici e i loro collaboratori lavorano per permettere e mantenere un rientro in sicurezza malgrado le tante difficoltà e incertezze. Questo perché siamo consapevoli dell’importanza della scuola per la crescita dei nostri ragazzi, non solo dal punto di vista contenutistico ma anche, e forse soprattutto in questo frangente pandemico, da quello delle relazioni umane. La scuola può aiutare i ragazzi a superare un’esperienza così drammatica e a uscirne più maturi e informati.
Da un anno è “sospesa”, almeno nell’ordinarietá della didattica; con quali compromissioni a suo parere?
La scuola non ha mai chiuso e la didattica non è mai stata sospesa. Per valutare eventuali carenze si dovrebbe procedere con lo svolgimento delle prove Invalsi che servono a valutare lo stato di salute del sistema educativo e aiuterebbero a programmare un piano di recupero concreto. Credo sia assolutamente prioritario valutare le carenze formative e lavorare per recuperarle, sapendo che la povertà educativa colpisce maggiormente gli studenti delle fasce sociali più deboli.
Cosa potrebbero fare, a questo punto, Governo e Regioni per garantire il diritto allo studio nella stagione pandemica?
La scuola ha bisogno di continuità, i problemi da risolvere sono quelli del sistema del trasporto pubblico locale, della prevenzione degli assembramenti e del monitoraggio epidemiologico. Altro punto da mettere in agenda è la vaccinazione del personale scolastico e degli studenti.
La DaD ha già apportato secondo lei dei cambiamenti duraturi al nostro sistema educativo?
La pandemia ha velocizzato un ammodernamento necessario. Si tratta ora di integrare il meglio delle varie forme di didattica per offrire agli studenti un servizio sempre migliore e al passo con i tempi che mutano sempre più velocemente.
Un consiglio rispettivamente a studenti e genitori per vivere questa ripartenza?
I ragazzi negli ultimi dodici mesi hanno dato prova di grande maturità e capacità di adattamento ma ora hanno una grande voglia di tornare a vivere la scuola, in tutte le sue sfaccettature. Le manifestazioni e proteste degli ultimi giorni sono segno di preoccupazione e inquietudine negli studenti e nelle famiglie: spetta a tutti noi dare loro risposte credibili.