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27 novembre 2024

Cronaca

Covid e scuola: "Aumentati gli atti di autolesionismo tra i più piccoli'

Pagliariccio: "Tagli e bruciature per le bambine, pugni al muro tra i maschi per gestire dolore ed emozioni"

| Roberto Silvestrin |

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| Roberto Silvestrin |

Covid e scuola:

ITALIA - Dopo la pandemia "sono aumentati gli atti di autolesionismo tra i ragazzi che vedo a scuola. Un fenomeno che se fino ad alcuni anni fa era più tipico dei ragazzi grandi, oggi è diventato comune anche tra bambini anche al di sotto degli 11 anni". Lo dice all'Adnkronos Salute Cristian Pagliariccio, psicologo dell'età evolutiva ed esperto di psicologia scolastica per l'Ordine degli psicologi del Lazio.

 

"Per i ragazzi i gesti più frequenti sono i pugni al muro o sulle porte, per le ragazze invece - dice lo psicologo - più tagli e bruciature. Sono fenomeni, da quello che vedo, che stanno aumentando parecchio". E "questo avviene - spiega Pagliariccio - sia per una forma di 'contagio' con i fratelli più grandi ma anche per esperienze disfunzionali come per esempio entrare in una chat senza la supervisione di un adulto dove capita che chiedendo consiglio arrivino anche consigli di questo tipo".

 

"Mi è capitato di vedere - riferisce l'esperto che lavora in ambito scolastico - che le bruciature sono in aumento. Bruciature volontarie procurate con l'accendino. Proprio oggi - racconta - mi è capitato il caso di una bambina di 11 anni che si era provocata tante piccole ustioni sulle gambe. E' un tentativo di gestione del dolore o delle emozioni, una forma totalmente disfunzionale di 'automedicazione' in cui si impara a gestire il dolore con altro dolore e questo non va bene".

 

Altro segnale preoccupante registrato dal medico nell'ultimo periodo "e che mi dà preoccupazione" è "l'aumento del bullismo tra fratelli e sorelle. Sempre più spesso il più grande picchia il più piccolo perché è nervoso e sfoga così la sua rabbia. Un fenomeno che crea ferite emotive profonde perché - evidenzia l'esperto - è una forma di aggressione vissuta in maniera molto forte, vista come una sorta di tradimento da parte di un affetto che guardiamo come a un modello da imitare, un mito personale che però reagisce con violenza solo perché non riesce a gestire la propria rabbia o ansia o dolore".

 



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Roberto Silvestrin

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